Ventre sporco

Ventre sporco

Quante inutili boccacce sprecate 
A cercare gli echi degli echi, 
Pensando magari si annullino. 
O si facciano 
Forti, 
Come la pioggia al sicuro 
Nel ventre sporco di una grondaia. 
Non è così. 
Ci incanta la pantomima malata 
Dell’ombra lunare, 
Eeppure bellissima, eppure sincera, eppure 
Sconosciuta, 
Quanto un coriandolo a un foglio 
Di carta bianca. 
Sei stata questo per me. 
Lo sei ancora. 
Hai solo portato con te l’annuire goffo 
Della dimenticanza; 
I ricordi, quelli no, 
Quelli sono tutti nel mio taccuino. 
Inconsumabili.

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