Novembre 2015

Un leone nero Da un deserto giallo Ha ruggito fiamme Su sei zampe forti e senza Ali o balzi È volato via. Una gru lucente Alta metri e metri Qualche decina Cigola piano Mastica vento Col collo vuoto e pieno Di bizzarre lampadine Lei non vola poverina Lei ha zampe Di cemento.

Tutte le mie poesie cominciano Con la luna, Quando c'è Quando immaginata. Anche piccole Asimmetrie di parole, Anche quelle, Sono figlie dell'unica moneta Che vale abbastanza da comprare la notte Intera. Riesco a disegnare un portone che si chiude E l'intera città alle sue spalle Sulle palpebre serrate. Le mie? Le tue? Non so mai.

Si stempera rapido Sopra un orizzonte talmente umano da arrossire Senza nemmeno un paio di guance Per trattenere la tramontana Che così scende a pungere le nuche E riempir le tasche, Laggiù e lassù, Il bacio dei dinosauri. Cacciano fuori le lingue vaporose,  Protési, Vivi per fantasia, O pareidolia O perché ogni