"Tra Fès e Meknès" di Enrico Fovanna***
Mercoledì me lo sono dimenticato a casa, così, in pausa pranzo, che non ho avuto, ma che ho finto di avere, leggendo delle righe mentre ricollocavo qualche libro, ho preso in mano un altro libro delle stessa lunghezza, leggendone metà, e di cui probabilmente vi parlo la prossima settimana, visto che alla fine ho tutta l’intenzione di finirlo. Parla della strage di Brescia di qualche decennio fa.
Resta che, questo ennesimo racconto della serie dei Corti, datato ’99, l’avevo cominciato la sera prima, in quella mezzora di decompressione che oramai sono costretto a prendermi, post doccia e durante il caffè del dopocena. L’ho finito stamane, dalla sette alle sette e mezza. E perché? Perché sono un imbecille e sono rimasto addormentato con una donnola fino all’ora di sveglia ma mi son detto, effanculo, perché vestirmi mezz’ora prima? E così, pur essendo sveglio e vestito, sono tornato al calduccio a leggermi la seconda metà del libro.
Libro che ha il titolo più curioso di tutta la collana, o almeno, così pensavo prima di scoprire che Fès e Meknès non sono altro che due città del Marocco, tra le quali, i due protagonisti, italiani, in vacanza, una poco più che 18enne e un circa più vecchio tipo 35 o giù di lì, Sara, lei, Andrea o comunque un nome comune, lui, dicevo, strada in cui si perdono, più o meno, per recuperare la di lei valigia.
Ma cosa ci fanno, in Marocco, ‘sti due?
Alla fine, pian piano, in una progressione di confidenza che porta all’innamoramento, i nostri due “eroi” ci confessano di non essere lì solo per una vacanza, ma per un qualcosa che va oltre la visione del turista. Cercano qualcosa o qualcuno, Sara e Andrea, e sono dentro a un viaggio organizzato che non serve solo a mostrargli l’Africa, ma serve anche a dargli, se lo volessero, una via di fuga.
E quindi?
Niente, il racconto è buono, scritto con stile convenzionale e scorrevole e si legge con piacere. C’è il malcelato intento di far conoscere il Marocco, è chiaro, ma è giusto che sia così, visto che questi libretti non possono certo limitarsi a raccontare una storia di A e B che si incontrano, si piacciono e forse trombano.
Mi ha infastidito solo in una occasione, dove, sempre per i soliti dialoghi, mi è cascato un po’ il tutto.
Premessa, Sara viene descritta sempre come una ragazzina, anche se poi dice di fare l’infermiera, e quindi, un paio d’anni almeno dopo i 18 dovrebbe averli. Poco male, è ventenne e si comporta in modo tale. Fa la stupidina, fa battute ecc. Poi, all’improvviso, in un discorso più serio degli altri (che va bene, eh) se ne esce con questo dialogo:
– È da quando sei qui che pensi a un’altra persona.
– Sì, – disse lui senza aprire gli occhi.
– E pensi anche di essere molto infelice, – sussurrò ancora Sara.– Forse. Si.– E invece non lo sei.– Davvero?– C’è gente davvero disperata al mondo. Tu invece sei soltanto stato troppo a lungo da solo.– Il nostro tempo è cosi breve… E scommetto che è da tanto che nessuna ti abbraccia.
Ecco, a parte questo passaggio, che insomma, io, tra le parole di una adolescente non ce lo vedo, per il resto invece, il libro è okay. Finisce come deve finire, ovviamente, e c’è anche un bel mistero, ovvero il contenuto della valigia di Sara, che in effetti, un po’ incoerente è, nel senso che non fa una piega quando la dimentica a Meknes, dando per scontato che la ritroverà, mentre quando sulla via del ritorno la valigia viene smarrita per strada, si dispera manco avesse perso un polmone. Beon… basta, è tutto. Anzi no. Siccome io sono cosciente che questi post sono inutili, come lo è la lettura di questi libri, è bene che io vi lasci qualche bella immagine. Quadri, dai, oggi vi lascio dei quadri. Vediamo…
Vi lascio un Tolouse-Lautrec, uno Schiele e un Kokoschka. Fanno sempre bene…
Elisa Sala
Vedi rimanere sempre a casa che succede. È bello il Marocco, pensa che ci ho persino scritto una poesia. A Meknés ci sono le scuderie reali, dei cavalli… A Fez, per me, esiste sola una puzza che me la sto trascinando ancora nel ricordo ahahah
Io commento per come scrivi, dove trovo 'sti corti?
ciao
Elisa Sala
Vedi rimanere sempre a casa che succede. È bello il Marocco, pensa che ci ho persino scritto una poesia. A Meknés ci sono le scuderie reali, dei cavalli… A Fez, per me, esiste sola una puzza che me la sto trascinando ancora nel ricordo ahahah
Io commento per come scrivi, dove trovo 'sti corti?
ciao
gelo stellato
AH guarda, praticamente sono pezzi di antiquariato, li trovi però nelle biblioteche, in qualcuno, soprattutto quelle che hanno quel settore che si chiama "youngster" o young adult, ma figurati… non sono letture che cambiano granchè, a me son comode perché sono corti.e me li leggo nelle pause e poi son leggeri leggeri. A proposito, ho fatto comprare in biblio Moresco, e me lo porto a casa, appena finisco Arona me lo leggo.
Ciao!