Luglio 2014

Al sglavine.  Come di picinin, mi pâr che i neteveris si corin daûr: un che al fâs i dispiets e chel altri che si suste.  Adalt, grîs sore grîs,  Il lamarin de machine al sune ben,  braurìn, intonât.  Jo, mieç crot, mi fermi a Teôr,  A bevi intune

Piove tanto.  Come da piccolino, immagino i tergicristalli  Uno dispettoso e uno iracondo.  Ne osservo il rincorrersi.  Sopra, tanti strati di grigio,  La lamiera suona bene,  Carica, intonata.  Mezzo nudo mi fermo a Teor,  A bere in una fontana di sorgiva,  Sotto un glicine, senza spegnere l'autoradio.  Choke suona

Gli accenti sono vagabondi, gli ordigni suicidi. Certi alberi si spartiscono il cielo come una terra cattiva. I bambini e i gatti non hanno il colore della simpatia, Sono più sul grigio, sul crema. Sull'orlo di una lentiggine ci sono crepacci e orridi Per gli