Ottobre 2012

Verranno i bambini, Con le loro facce piene, le gambe stanche, I visi sempre pronti A farci credere di assomigliare a qualcuno. Verranno i bambini con i sorrisi in mano, Per accecare, stordire,  Strappare i denti dalle labbra  E correre via Ad acchiappare aquiloni e spettri. Verranno per desinare, Verranno

E c'è una luna che pare moneta Truccata, Come andasse a una festa. Quatte quatte le foglie, Leggere, affannate, Sorprese a bighellonare Tra fossi e giardini Salutan con graffi e piroette e schiocchi e inchini. E un vento seduto Ad aspettare il mattino E' freddo e stregato, Come per il pesce Il

Diluvia. I corridoi si sono alzati in piedi, Sbirciando dai tetti I boschi lontani. Le galere, Governate dai prigionieri, Danzano di tamburi e tempeste. Non ha grazia il remo, Quanta ne abbia una goccia, Un vortice, Una gorgone. Eppure dei mari, noi, Godiamo più delle conchiglie Che di scogli O sale.

  Dai banchetti sale l'odore degli arrosti Di chimere, Il crocchiare degli spiedi Su cui cuociono fauni e ninfe, Mentre le sirene grillano nell'olio, impanate, Schizzando i manici delle forchette e le orecchie Dei cucchiai.   Spettri di briciole Danzano un tintinnare di stoviglie. Un mare di latte e caffè e

Continuo a sfiorare L'ora del lupo, In quest'anno infecondo. Alle giornate rubo dalle tasche Ninnoli e cianfrusaglie: Uno scoiattolo che attraversa; Un mostro buono, disegnato sugli appunti; Una foto,  Un caffè, Un abbraccio inaspettato. Di là, Nel lavandino sguazza una sirena, La Via Lattea chiede a gran voce Biscotti e cucchiai E una musa

Tori Amos, Lampada e comodino, Un libro che non parlerà, E mani gentili Di lana e flanella, Pronte per afferrare gli incubi E farne ombra chiara, Da sciogliere nel quotidiano tepore delle similitudini. Nel vuoto, Tra una nuvola e una pioggia Di polvere, Ci sono mondi da scegliere; Uguaglianze da esplorare.