Pioggia, muri, mari e parole per dipingere

Pioggia, muri, mari e parole per dipingere

Questo è un post di meraviglie che intaccano uno spirito ingenuo che vuole farsi meravigliare. Ovvero, un post dove vi parlerò di eterogenei cazzi miei, cercando di farli diventare, per qualche minuto, anche vostri. 🙂
Piove, tanto per cominciare. Piove nel senso che non puoi dire “ha piovuto” o “sta per piovere”, perché piove e basta.
E questa pioggia ci fa stare chiusi in casa, mangiare troppo e avere più tempo per bestemmiare contro il decoder e tutti coloro che lo hanno generato e ce lo hanno imposto.
Però è una pioggia che mi fa pensare anche alle parole, invece di scriverle, e ai disegni e ai quadri. Pensavo, per esempio, che certe parole, accostate, non le puoi disegnare. Me ne accorgo, ogni tanto, quando scrivo i pensieri di gelo, quando non so da dove mi arrivano quelle accozzaglie strane di parole che formano immagini, che però, se mi chiedeste: disegnale, vi direi no, non si può mica. Non ciò che ho in testa io, per lo meno.
E così, in questo post, vi lascio alcune parole e alcune immagini, parole di quelle che è difficile disegnare e immagini di chi ci prova. 
Parole come queste, per esempio, de Le luci della centrale elettrica:

sventoleremo le nostre radiografie per non fraintenderci
ci disegneremo addosso dei giubbotti antiproiettile
[…]
e per struccarti useranno delle nuvole cariche di piogge
adesso che sei forte, che se piangi ti si arrugginiscono le guance

Lo so. Questa prima persona plurale che Vasco Brondi ha il vizio di usare fa molto “generazione” e fa molto “adolescente contro il mondo” e so anche che il confine con lo stucchevole non è lontano. Eppure… questo disco, tutto il disco, mi piace. La sento una direzione poetica vicina alla mia, o comunque, in ogni caso, gradevole, e migliorata, rispetto al primo disco. 
Giorni fa, per esempio, via Valchiria mi sono ritrovare a visitare questo link, di Ivan e la sua poesia viva. E’ un tizio che scrive sui muri, per farvela breve. Un writer, che però accando al segno, usa la parola. un’idea da nulla, se ci pensate, però un’idea. E anche bella. La frase che sta sulla sua home, “chi getta semi al vento farà fiorire il cielo” è famosa, è stata alla TV, me la ricordo, però, nonostante questo, è bella. E’ icastica. Siamo pronti a dire che cazzata, a svilirla, ma solo perché è così semplice che potremmo averla pensata noi, ma non l’abbiamo fatto. E così, pensavo, nel disco delle Luci della Centrale elettrica ce ne sono diverse di frasi come queste, che potrebbero anche attaccarsi a un muro e fare bella figura. Per esempio questa:

adesso che quando ci parliamo i nostri aliti fanno delle nuvole
che fanno piovere

O magari questa:

che a forza di ferirci siamo diventati consanguinei

O anche questa:

e ti ricordi che i nostri sogni sfioravano i soffitti

Insomma, era per dire che almeno, rispetto ai vari fuoriusciti dai talent show che infestano i nostri poveri adolescenti, il nichilismo poetico e metropolitanprovinciale di Brondi è già un passo avanti, e io lo trovo un bel modo di scrivere i testi, anche se non reggerà, se non cambia qualcosa, il terzo disco.
Vi lascio ancora questa va, poi cambiamo musica.

falliscono le compagnie aeree, le banche, le case discografiche
e chissenefrega, come le città che ci telefonano di sera
che hanno la voce forte di tua madre, i nostri disagi economici,
gli stessi padri che parlano con i cani

Tornando a parlare di quadri, vi dico anche che, se per caso volete farvi un week-end a Rimini a vedere la mostra degli Impressionisti, di non aspettarvi grandissime cose. L’anno scorso c’erano dei Monet che ti inchiodavano i piedi a terra, mentre quest’anno… sì, è bella, ma non munita di quadri eccezionali. E non fatevi infinocchiare dai depliant che vi promettono dei Caravaggio, perché di caravaggi ve n’è solo uno e nemmeno tanto bello. Vi potete però rifare con piadine e strozzapreti, come ho fatto io. 🙂
Comunque, dicevo, non è tanto degli impressionisti che vi volevo parlare, ma di altre cose che vengono dopo, sempre riguardanti lo spazio tra la parole e l’immagine, e i suoi vuoti e le sue intersezioni. 
C’era quest’altro artista che vi volevo segnalare, sempre via Valchiria che è pigra e non ha voglia di farlo sul suo blog.
Si tratta di Victor Molev.
Probabilmente lo conoscete già, ma se non è così, dove assolutamente andarvi a fare un giro sul suo sito e guardare un po’ dei suoi lavori. Qui di fianco ve ne ho lasciato uno della sezione ritratti, che forse è quella che preferisco, per l’idea di parola e immagine di cui vi sto parlando, però la sezione con i quadri non è da meno. Gente così, che ha assimilato le lezioni dei grandi come dalìmiròmagritte e compagnia bella, e che le porta con questa genialità nel mondo attuale (ed essendo pure russo!) andrebbe premiata. Non so se magari sono io che mi perdo in riflessioni oscure, ma nei suoi lavori, quelli soprattutto più fantastici, io vedo uno che riesce a rappresentare cose che, a fatica, solo la parola riuscirebbe a fare.
Boh… in ogni caso fateci un giro, vi farà bene. 
Ah, dicevo di cambiare anche musica. Vi avevo rotto un po’ coi Ministri, tempo fa. Non sapevo se il disco nuovo mi piaceva o meno. Beh, sì, mi piace. Lo sto ascoltando, e benché grandi pezzoni non li veda, si è lasciato alle spalle certe pacchianate e certe ballate inutile del precedente. Non c’è forse una gran ricerca nei testi come nel primo, ma anche con una semplicità spiccata riescono a essere incisivi.
Per esempio in pezzi orecchiabili tipo questo:

Noi fuori dalle liste, dai concorsi,
dalle carte, dalle curve, dai discorsi,
dalle rotte, dalle risse, dalle caste, dalle eclissi,
dai teatri, dalle aste, dai contagi, dalla peste,
dallo sfarzo e dalla miseria, dalle feste con le droghe serie,
dai concerti con le sedie, dai solarium, dai cortili coi pavoni

dalle danze, dai condoni, da Manzoni e da Mameli,
dalle condizioni dei finanziamenti, dai cimeli della brava gente,
dai congressi, dalle mance, dai sondaggi di opinione,
dagli asili e dalle pensioni

 O perché no, anche questa:

Meglio farlo adesso
ora che non hai niente da sporcare
liberati su una nave da crociera
quando il mare è ancora calmo
cacciati due dita nel cuore e vomita

 O infine questa, che non so perché, mi piace e mi fa anche sorridere:

perchè volevi il mare
quello che c’è non ti basta
ha troppo sale
e sei sicuro di averlo già visto
volevi il mare
o almeno quel poco che basta
ma è una delusione
come Satana e quasi tutti i giorni di festa
[…]
le città senza fiumi
nemmeno un posto decente
per darsi un addio
avrei dovuto aspettare
a entrare nella tua vita
per allagartela

Bene. Basta parlare di Ministri, anche se anche in questo caso preferirei fossero loro a riempire gli ipod dei giovinotti, piuttosto che altra merda in mp3. 
Che dite, basta?
Ma no dài, vi lascio con altre due cose.
Una di parole, una di immagini. 
Riguardo alle immagini vi parlo del mio dentista. No, tranquilli, non sono pazzo.
Il mio dentista è un artista e si è dedicato all’arte digitale. Gli basta praticamente la funzione “riempimento con sfumature o a tinta unita”, la funzione pennarello grosso nero e… basta, credo. Se non vi piacciono i cazzi surreali non cliccate sul suo facebook. Ah sì, perché lo trovate sul faccialibro. Entrate nel mio faccialibro e cercate tra i miei amici Claudio il brutto. Se non siete dei bacchettoni di merda e vi piace vedere un po’ di idee colorate tra i vostri aggiornamenti, fatelo.
L’ultima cosa è di musica. Julian Plenti vi dice niente? A me fino all’altro giorno no. Poi ho scoperto che è uno dei tanti pseudonimi sotto cui opera il cantante degli Interpol. Sotto questo nome è uscito un disco, nel 2009, che si chiama Julian Plenti is… skyscraper o qualcosa di simile. Non è tutto bello, ma la notizia è che non è tutto brutto. Lasciamo perdere le canzoni insulse (3 o 4). Ne trovate alcune simili agli Interpol, e va beh, okay. 
Altre però sono in una dimensione che secondo me gli è molto congeniale, a metà strada tra la ballata intimista e quella cuporock. Vediamo se mi riesce di salutarvi facendovele ascoltare…
Beh… intanto beccativi un pezzo molto Interpol, che però a me piace parecchio:
Sì… ecco qua una ballata di quelle un po’ così. Questa credo sia il mio pezzo preferito del disco:
L’altra che dovreste ascoltarvi è questa: On the esplanade.
E’ tutto cari. E al prossimo post si parlerà d’affari 🙂

Comments

  • 7 Dicembre 2010

    Cavoli, 'sto Molev è spettacolare. Davvero. Soprattutto i ritratti. Grazie per la dritta! ;D
    Alcuni lavori mi hanno ricordato Lorenzo Alessandri, un pittore delle mie parti, che magari conosci già, ma ti lascio comunque il linko:

    http://www.lorenzoalessandri.it/flash/index_flash.html

    ciaunz!

    reply
  • 7 Dicembre 2010

    Non c'ho capito molto, comunque si', tutto molto bello! 🙂

    Simone

    reply
  • 7 Dicembre 2010

    praticamente hai fatto un post rubando cose fatte da altri
    bravo
    sei al tuo solito
    qua di tuo c'erano solo gli errori
    ahahaha

    reply
  • 7 Dicembre 2010

    @VAL
    è inutile che prima dici non ci ho tempo non ci ho vogli non mi frega sì sì fai tu
    e poi ti lamenti
    e poi correggiteli da te, gli errori! 😛

    @Luigi
    visti, belli!
    poi li guardo più meglio

    @Simone
    beh, dai, non c'era molto da capire, bastava guardare le figure 😉

    reply
  • Anonymous
    7 Dicembre 2010

    A proposito di pittura.

    Per chi si trova in quel cesso che è Milano, invece di fare come tutti e andare alla mostra del MARCHIO Dalì, lì accanto, ignorata da tutti, c'è l'esposizione di Ciurlionis.
    Mi fa tristezza che nessuno ci vada, fateci un pensiero.
    Due ore e non è antrato nessuno, mentre tutti erano in fila al freddo per il marchio.

    Ian

    reply
  • 7 Dicembre 2010

    Cazzone di Ian che non sei altro!
    cioè, e dirlo?
    A parte che sarei andato lo stesso a vedere Dalì, che mi è piaciuta moltissimo e marchio o non marchio mi ha aperto finestre ovunque che ora mi piove dentro
    comunque
    io per dire non posso mica sapere le cose così, per intuito?
    Insomma…
    e quanto durerebbe questa mostra?
    sper anche a gennaio…

    reply
  • Anonymous
    7 Dicembre 2010

    Sino Febbraio, non ricordo che giorno però.

    Ma non tornare a Milano, che piove e c'è il cielo grigio SEMPRE.

    Ian

    reply
  • marco
    7 Dicembre 2010

    Molev è davvero bravo ma "(ed essendo pure russo!)" questa me la spieghi

    Io penso che abbisogni essere gggiovani per apprezzare le Centrali Elettriche, ai miei tempi si sa era tutta campagna.

    Ma tu che invece sei nato col Granje, se invece ti interpolare alla ricerca di tutte le novità discografiche ognigenere ti mettessi a cercare tutti quei fantastici gruppi art-post-punk -no-new wave ma anche non solo da cui il tuo amico che è un grattacielo, i suoi compari e vari altri sbolliti che citi nei tuoi post musicali copiano male?

    reply
  • 7 Dicembre 2010

    @ Ian
    ti assicuro che la vera griggità, ultimamente, è qui. Piove da ormai… boh? un mese? un mese e mezzo, con intervalli di asciutto brevissimi. Le mie tre oche, in giardino, hanno smesso di camminare e adesso si spostano nuotando. Non è una battuta eh, è proprio così. quindi… se torno a mileeen ci vado

    @marco
    che l'è russo era invece una battuta, non come quella delle oche, che tu pensi oddio i russi che han poca fantasia pensando a quelli pieni di fama con il nome che finisce in -ski, (e magari ti dimentichi dei pelevin, per dire) e poi ci sono questi molev, che vedono mondi che noi no.

    e per la musica
    il granje lo continuo ad ascoltare, è un difetto incurabile
    mentre quelle robbe artpunkpostnoisgrokscrok e uuuh, (sì, suprattutto la uuuh music) beh, quelle le ascolto, ma mica ti pare che posso fare un articolo sul blog che parla di sufjani, wavvesiani, superchunkian, japandroidiani… ti pare?
    e quindi ti ciucci gli interpol, che era pure un po' citazione dei fatti odierni 🙂

    reply
  • Noe
    8 Dicembre 2010

    Da me non piove!
    Anzi fa insolitamente caldo per essere dicembre…
    ^_^

    Troppo bello quel quadro, comunque. La "Gioconda" non mi piace un granché ma questa versione proprio si!

    reply
  • 9 Dicembre 2010

    Grande Molev,mi piace molto.
    Certo che sti russi ci hanno talento per 'ste cose bisogna proprio dirlo :).
    Il Grandjie ,ah lo ascolto molto ancora adesso.

    reply

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