UNIVERSALITA’ – 2^ parte

UNIVERSALITA’ – 2^ parte

Ed ecco qua la seconda parte, prima della terza, brevissima, sempre a richiesta di voi strafighi. Ah, purtroppo non ci sarà una scena lesbo, nel finale, ve lo dico già. 🙂

UNIVERSALITA’ – 2^ parte
– Ma come mai ce ne sono solo tre? Non dovrebbero essere dodici? No, che dico, ventiquattro.
– Ah, – esclama Adele – vedo che sei piuttosto sveglia.
A Lisa sfugge un sorriso di compiacimento, subito trattenuto.
– Sarebbero ventiquattro seguendo le ore per come le intendiamo noi, ma non è che una convenzione. I tempi dell’Universo sono sempre tre.
– Qui cosa c’è? – chiede Lisa guardandosi in giro.
C’è un grosso tavolo, al centro della stanza. Sopra di esso diverse scatole di cartone, alcune grandi come l’imballaggio di un forno, altre come quello di un paio di scarpe.
– Ora vedrai. – la rassicura Adele avvicinandosi al tavolo – Questo è piuttosto divertente.
E così facendo infila la mano dentro una scatola e ne estrae… una gallina.
La bestia non apre becco. Adele l’ha afferrata per la schiena e la scaraventa verso un angolo della stanza. La poveretta cade sulle zampe, quasi rallentando prima di toccare terra, ma poi rimane lì, a gironzolare, senza dar segno d’essersi agitata.
Lisa pensa a un gioco di prestigio, ma ben presto è costretta a ricredersi.
Pescando a caso da diverse scatole, in pochi secondi Adele estrae qualunque cosa: una noce, un maiale, un bicchiere, un ramo di faggio, una foca, un libro, una bambola, un ciuffo d’erba, un sasso, un mazzo di fiori, una lattina di birra, un valigia, un dodo, una maniglia, un furetto. Tutto pare non avere né forma, né dimensione, se non accennata, ma le acquista non appena finisce gettato nello stesso angolo, soprattutto perché quella babele di animali e oggetti, invece di addossarsi uno all’altro, si fonde in modo strano, formando un cumulo multiforme e vivo, che pare una grossa bestia aliena.
Adele rimane a guardare per qualche attimo, soddisfatta, poi ricomincia a ficcare la mano dentro le scatole e a gettare altre cose nello stesso angolo, mentre il coacervo di oggetti viventi di prima, alto almeno un paio di metri, comincia a passeggiare su due spinosi gambi di rosa.
Lisa spalanca gli occhi per gridare di paura, ma non articola alcun suono.
– Calma, calma… – la tranquillizza Adele – non ti fanno niente. Anzi, se vuoi puoi toccarli. E mica solo quello!
Lisa non capisce, e l’altra, per darle una dimostrazione, smette di cavare stranezze dagli scatoloni e, avvicinatasi al primo essere, ne afferra una coda sporgente, che fuoriesce da una gobba di palline di gelato, e tira forte, mollando di scatto quell’elastico improvvisato, che frusta l’aria. Lo schiocco scuote la creatura, che dopo una serie di tremiti e scricchiolii, si presenta completamente diversa. Dove prima era una coscia ora è un bicchiere, dove prima era rossa ora è blu, dove prima era calda, ora il vapore si congela all’istante. Per di più, ed è una meraviglia, la creatura ride di gusto.
– Vuoi provare tu? – le chiede Adele, dopo aver creato una manciata di quegli esseri, tutti bonari e stranissimi.
Lisa prova ed è un incanto.
Vanno avanti fino a che il viavai attorno al loro si fa quasi fastidioso, poi giocano a modificare le creature, comportandosi come due bambine al primo appuntamento con la plastilina. Di diverso ci sono solo le pedate e gli spintoni, che ogni tanto usano, ridendo a crepapelle degli esiti.
Quando Adele invita Lisa ad accompagnarla nell’ultima stanza, lei è quasi dispiaciuta.
Pensa che non rivedrà più quei puzzle viventi, ma si sbaglia.
Si accorge infatti che tutti la seguono, quando entra nell’ultima stanza, attraverso una porta che anche questa volta non è sicura di aver notato in precedenza.

 … to be concluded…

Comments

  • 28 Ottobre 2009

    se sapevo prima che nn c'era la scena lesbo col piffero che commentavo. e mi auguro tu abbia un finale come si deve…

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  • 29 Ottobre 2009

    Ah, dunque ci tieni sulle spine così?
    Sbaglio o il dodo è un uccello piuttosto sfigato? 🙂

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