"Una donna e altri animali" di B. Gasperini***
Ci sono dei libri che non sai di cosa sono e perché li possiedi.
Libri che non hai letto e soprattutto non hai mai pensato di leggere. Libri che magari hanno un titolo, o una copertina, o un incipit, o una quarta di copertina, che non fanno per te.
Poi succede qualcosa.
Un nome che prima era oblio ti suona in testa, o la tua donna lo legge, oppure ti sei dimenticato che una donna che ti stava sul cazzo l’aveva letto o semplicemente di sei rotto le palle di quel cumulo di libri non letti che t’ingombra un intero scaffale.
E succede di prendere in considerazione l’idea di una lettura.
Poi arriva l’estate e puoi anche dedicare tempo.
No.
Non intendo dedicare tempo alle letture, perché questo per me è ovvio.
Intendo dedicare tempo TRA il tempo dedicato, a una lettura che magari, potrebbe non fare per te.
Più o meno “Una donna e altri animali” ricade in tutte le casistiche citate, ma proprio tutte eh, ed è per questo che Brunella Gasperini è rimasto per me per circa una decina d’anni, solo un nome sul mio scaffale. Ricordo, eoni fa, di aver iniziato a leggerlo, ma di averlo abbandonato, trovando un po’ lagna. Erano i tempi, credo, in cui leggevo cose tipo “acidi scozzesi” o Aldo Nove o i primi acerbi Ammaniti falloidi. Insomma, all’epoca non faceva per me, perché non riuscivo ad apprezzare la differenza tra lagnoso e grazioso, o la dolcezza leggera e la leggerezza dolce.
Questo invece è un bel libro. Anzi, potrei dire che la qualità migliore di cui mi accorgo è quella di essere un libro a cui ti affezioni. Come a un animale, appunto.
Due parole su Brunella Gasperini (pseudonimo, ho scoperto) vanno dette, anche se tutto di lei lo si capisce leggendo questo lavoro, che è un diario autobiografico datato 1978, ovvero poco prima della sua scomparsa. Un testamento, insomma. E per farvi capire come ci si affezioni anche all’autrice, vi dico che non sempre trovate dei blog di fan che sopravvivono all’autore. Anche di autori più importanti.
Il fatto è che la Gasperini ha tenuto per un quarto di secolo una rubrica di corrispondenza su Annabella e il dialogo, intenso come arte della comunicazione, è una qualcosa che trapela da ogni riga.
In questa raccolta di quadretti familiari in cui il fil rouge è dato dagli animali, certo, ma in cui, a fine corsa, ti restano scolpite in testa le figure del suo burbero marito, del nonno, dei suoi fratelli, dei direttori, del suo medico… Insomma, ho scoperto una persona che aveva la grande qualità di rendere belle le cose intorno, indipendentemente dal fatto che lo fossero.
In più ti fai l’idea, a fine lettura, che c’è qualcosa di forte, in queste righe, che sono sentimentali, ma in modo non smielato e falso. Ecco, non hai la sensazione che “te la stiano raccontando”. Il che non significa che credi a tutto quello che c’è scritto e a come è scritto, ma all’idea di.
(per dire, non credo di certo che il compagno della vita di Brunella parli per mugugni e tre volte l’anno, ma che l’idea che sia così me lo descrive benissimo).
Altra cosa. Non fatevi delle idee strane sul fatto che l’autrice scrive per una rivista femminile (ai tempi in cui aveva un senso questa definizione). Non siamo di fronte a un libro fatto tanto per, a una raccolta di pezzi presi da questa o quella rubrica. C’è del metodo, in questo diario. C’è del metodo nel raccontarci del Pluto, della Giovanna, del Rififi, del Bakunin, della Pussi, del Giacinto, di Libertà e soprattutto del Baffo. C’è del metodo per riuscire a raccontarci, mentre scopriamo le meraviglie che per chi ha cani e gatti sono consuetudini, di altre cose come la guerra, il matrimonio, il lavoro, i figli.
E concludo, dicendo che forse la Gasperini rimane una lettura che non fa per me. Un qualcosa di cui non mi sono fatto l’idea di leggere l’intera bibliografia. Però è un qualcosa che ti lascia estremamente felice di averlo conosciuto. Ha molto da insegnare, sia di riso sia di pianto, questa donna con i suoi animali. 🙂
Anonymous
solo per la scrittora un hip hip hurrà.
Quella era una donna con le balle.
E' stato piacevole ritrovarla
in questo libro che anch'io considerai Testamento.
Morì poco dopo.
Se alla sua donna di casa piaceva, su FB c'è un sito scoperto da poco proprio su Brunella Gasperini.
Non solo vecchie matte nostalgiche, ma anche figlie e nipoti.
Elisa Sala
gelo stellato
Mi ero sempre perso questo commento, Elisa, vabbè,
Rispondo dopo un anno e mezzo 🙂
Dovrei rileggere qualcosa di suo, dovrei, sì. 🙂
Anonimo
"ho scoperto una persona che aveva la grande qualità di rendere belle le cose intorno, indipendentemente dal fatto che lo fossero."
bravo! è esattamente così. lei era così.
gelo stellato
oh… Grazie 🙂