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Mangio i flauti e nulla mi resta da suonare
Dei funghi penso sempre
Che siano rane
Vuoi per la bocca
Larga e nascosta
Alla vista
Vuoi per le mani che non hanno
O le parole, che gli hanno levato il sonno
Come se svitassero una lampadina spenta.
Su chi è rimasto fuori
E cerca di entrare bussando o puntando i piedi
ci sono delle remore
Profughi di nessuno
Che carezzano il mucchio che li aspetta
E ne ridono
Colti da raccoglitori
Stremati da rematori
E cioccolato.