Buonanotti blandite
Ho una Buonanotte, qui con me. L'ho trattenuta per ore, Blandita e farcita di specchi perché non fuggisse Da te. È fatta di mancanze, di melanconie, Di buio insonne fra il volto e il cuscino. Io manco quando ci sono. Con l'abbraccio ampio e caldo E la falcata
"Ricatto mortale" di Richard Matheson***
Sabato scorso, dopo essermi fatto prendere dall'entusiasmo per aver finito un libro dopo sette mesi, ho fatto la scelta della bicicletta. E poi ho fatto la scelta del Tagliamento, perché c'era sole, mollando tutto. Che poi, era due giorni che dormivo
Una vecchia auto ferma
Attraverso il paese Da casa a casa A fonda notte Sfondo buio. Non ho mai sentito la voce Di Thom così triste Follemente infelice eppure Forte Superba. C'è una vecchia auto ferma Ammaccata Un finestrino di cartone Il cofano grezzo Non verniciato: Una porta che s'apre sulla meccanica Dei silenzi. Su quella delle mie memorie Potrei quasi
Occhi oliva nocciola grandine
Mi guardo intorno, e i merli cuciono un tappeto di saltelli Nel parco sazio di pioggia. Sono fatto di solitudini leggere, Slanci per cercare una faccia e tuffarmi Scomposto Nella teoria brevissima delle narici, Negli occhi oliva, nocciola grandine, Corvo o cenere. Sono io quello che attecchisce: Nel
Leggo sul ponte
Leggo sul ponte Senza che l'acqua rubi ogni parola.
“Il Serenissimo borghese” di Alberto Frappa Raunceroy****
Si può leggere un libro da settembre a maggio? Sì, io può! Eppure è un bel libro, eh, e certo, immagino ora provi per me anche qualcosa, almeno una infatuazione, viste tutte le volte che abbiamo dormito insieme. Perché sì, insomma, Alberto, povero,
Irrompe il mostro
Irrompe il mostro Fauci all'orizzonte. Mansuete nuvole.