
"L'amante" di Marguerite Duras***
L’immagine comincia molto prima che lui abbordi la ragazzina bianca appoggiata al parapetto, nel momento in cui è sceso dalla limousine nera, quando ha cominciato ad avvicinarsi a lei, e lei lo sentiva, sapeva che era impaurito
.Fin dal primo istante si rende conto di averlo in suo potere. Dunque anche altri potrebbero cadere così in suo potere se se ne offrisse l’occasione. Lei sa anche qualcosa d’altro, che è giunto ormai il momento in cui non può più sottrarsi agli obblighi che ha verso se stessa e che di ciò la madre non deve saper nulla, e neppure i fratelli. Lo ha capito quel giorno. Appena è salita sull’auto nera l’ha saputo, si sente lontana da quella famiglia, per la prima volta e per sempre. Ormai non devono più sapere che ne sarà di lei. Anche se qualcuno la prende, la porta via, la ferisce, la sciupa, la madre e i fratelli non devono più saperlo. Questo è il loro destino e lei già ne piange, sulla limousine nera.La ragazza adesso dovrà affrontare quell’uomo, il primo, colui che le è comparso davanti sul traghetto.È arrivato presto quel giorno, un giovedì. E venuto, come i giorni precedenti, a prenderla all’uscita del liceo per accompagnarla al pensionato e poi, una volta, è venuto al pensionato un giovedì pomeriggio e l’ha portata con sé nell’auto nera.Sono a Cholen, dalla parte opposta rispetto ai viali che collegano la città cinese al centro di Saigon, quelle grandi strade all’americana, solcate dai tram, i risciò, gli autobus. È il primo pomeriggio. Cosi lei non sarà costretta a uscire in fila con le altre ragazze del pensionato.È un quartiere a sud della città. La casa è moderna, ammobiliata sommariamente in stile liberty. Lui dice: i mobili non li ho scelti io. La stanza è al buio, lei non gli chiede di aprire le persiane. Non prova nessun sentimento preciso, non odio e neppure ripugnanza, allora forse è desiderio. Non lo sa. Ha accettato di andare appena lui glielo ha proposto, la sera prima. Ora lei è dove deve essere, come un oggetto spostato. Ha un po’ di paura, perché si aspetta di averla e perché nel suo caso dovrebbe proprio succedere così. È attentissima all’aspetto delle cose, alla luce, al baccano della città in cui la camera è immersa. Lui trema. Prima la guarda come aspettando che parli, ma lei non parla, lui allora non fa neppure un gesto, non la spoglia, dice di amarla pazzamente, lo dice a voce bassa, poi tace. Lei non risponde, potrebbe rispondergli che non lo ama, non dice niente. Ad un tratto lei sa, in quell’istante sa che lui non la conosce, che non la conoscerà mai, che non avrà mai modo di conoscere un essere tanto perverso, che non potrà mai riuscire ad afferrarla. È lei che deve sapere. Lei sa. Proprio perché lui lo ignora, tutt’a un tratto lei sa: le era piaciuto già sul traghetto, le piace, tutto dipende da lei.
Patalice
uno scrittore sensuale ed elegante, un libro che resta nella storia.
punto.
Cristina
Esagerato. Lo so anch'io che non è solo quello, altrimenti non te lo avrei consigliato. Pensavo che stuzzicandoti con il sesso avresti scelto di leggerlo. 🙂