“Cecità” di Josè Saramago****

“Cecità” di Josè Saramago****

Vabbè, lo dico subito così mi tolgo il pensiero… Non mi è piaciuto! E non è questione di aspettative, non di momenti nella lettura o del fatto che non sono più capace a leggere le cose come si deve. Semplicemente, per quanto si meriti tutta la lettura e intendiamoci, io quattro stelline gliele do di gusto, ma a me, direi proprio che non mi è piaciuto. E non è che sia facile spiegare eh… ci vuole del tempo, ma io oggi me lo prendo, anche se lo dovrei impiegare in altre cose, e magari dai, a pezzi, fra una caipirigna e un disegno, o fra un long island e un disegno, faccio questo post vi parlo di Cecità, forse tra i più famosi libri di Saramago, credo, o comunque uno di quelli che tutti ti guardano male quando dici che non lo hai letto.

Ebbene… ma provo a mettere insieme le idee per punti.

Punto primo. Dopo aver letto Il vangelo e L’anno della morte ecco… Ti aspetti un qualcosa di perfetto, da questo Saggio sulla cecità, e invece no, non scherziamo, quei due libri là sono di un’altra categoria. Rispetto alla lingua, ai contenuti, alla profondità… E questo è quanto.

Altro punto, o meglio, altro pensiero che mi viene in testa. Questo libro lo ha scritto Primo Levi. Ma lo ha scritto meglio, un po’ perché aveva il vantaggio dei fatti veri vissuti, un po’ perché semplicemente la sua analisi, così secca e cruda, così lontana dai giudizi morali pur colpendo la morale e l’etica al cuore, ecco… era davvero più efficace di quella saramaghiana di cecità… nel senso… qui per poco non si scade in un manicheismo da film holliwoodiano anni ’80, a un certo punto, tutti a tifare per quelli che bisogna e tutti a odiare quelli che bisogna. Maddai… no.

E poi… e poi boh, certe cose sono belle ma la credibilità non può mancare. La tipa che lascia che violentino decine di tipe, pur potendo reagire, avendone i mezzi, e poi lo fa dopo senza apparente cambiamenti semplicemente irrita. E la mancata spiegazione, certo, lasciata intuire, lasciata quasi nel campo della filosofia, del “fatti la tua idea” eh no, cazzo, anche questa mi irrita.

Ma aspettate, dai. Facciamo le cose per bene e parliamo del libro anche per chi non sa di cosa parlo.

L’idea è questa: un uomo diventa cieco, e di li a breve, non si sa perché, tutti quelli che entrano in contatto con lui, ancje solo per essere stati nella stessa stanza, diventano ciechi. Il mondo. via via, diventerà cieco. L’idea è di potenza, questo sì, e attenzione, c’è una differenza enorme ad aver letto questo libro pre e post covid. Post covid vi impressiona molto di più perché i comportamenti nazisti e assurdi che Saramago descrive sono esattamente i comportamenti assurdi, nazisti e folli che abbiamo tenuto e ci hanno obbligato a tenere durante il covid. Quindi okay… è una cosa che va precisata.

Poi oh, non voglio che pensiate che questi difetti che io ho trovato lo rendono un brutto libro. Saramago ha usato parecchi trucchi riusciti, per rendere la potenza dell’idea e ampliarla. Per esempio la scelta di abolire i nomi, di non darne di eliminare assieme alla vista l’idea che si possa riconoscere qualcuno. Poi l’idea di una cecità bianca, e non nera, che contrasti con il preconcetto, con il buio, con il luogo comune. Grande idea. E poi l’idea di passare da un personaggio all’altro tenendo la terza persona esterna ma focalizzata su un punto di vista (punto di vista, appunto, serviva vedere) di un vedente. Noi vediamo il libro perché c’è un vedente, altrimenti non lo vedremmo più, anche se – e questo momento l’ho apprezzato e odiato – Saramago inserisce uno scrittore e quasi si autoassolve, per la delicatezza e bontà con cui infila questo personaggio. Ma poi c’è una scrittura con i dialoghi liberi che come al solito funziona benissimo. E c’è che qui, per dare spazio alla trama, agli accadimenti, il lessico è meno ricercato, meno ostico. Insomma… Forse il libro era proprio ciò che Saramago voleva, non lo escludo, ma non so. Certe cose le ho digerite meno bene, pur essendo molto contento di averlo letto.

Ecco… scusate, pausa doccia barba long e patatine. Dicevamo? Non ricordo più comunque ho un altro pensiero. Il libro parla di umanità, o meglio, vorrebbe parla di disumanità, di come siamo indifferenti, di come non sappiamo essere solidali, eppure… alla fine io non sono sicuro che ne esca questo. La ragazza dagli occhiali scuri, il vecchio dalla benda nera, la moglie dell’oculista e lo stesso oculista, ma anche altri, che non riescono ad avere spazio eppure sono personaggi che mostrano umanità, solidarietà, empatia… Insomma… la cecità, il non vedere più che da figurato diventa reale, ecco, non è solo un modo per mostrarla, la cecità, ma anche per mostrare che in mezzo a questa indifferenza e cattiverie dilaganti c’è molto da salvare, di questi esseri umani. Anche il ladro, il militare assassino, e altri che di certo non sono personaggi simpatici, hanno degli sprazzi positivi, che brillano poco ma ci sono. Ecco…

Poi? Poi certo. Sempre a proposito di indifferenza non si può dire che il libro ti lasci indifferente. Nella sua parte centrale, in mezzo ai fatti più cruenti del lager dove il gruppo di ciechi di cui seguiamo le vicende viene rinchiuso è difficile non provare emozioni e vibrazioni dell’anima, non certo positive. Ma okay… è solo una faccia del poliedro che è la natura umana, altri lati sono lasciati un po’ più in disparte, tutto qua.

Altre cose? Per esempio che se pensate a Saramago come uno scrittore “pesante” ecco, questo libro non lo è, perché la trama corre e fa correre la lettura. Se siete appassionati di scenari post apocalittici, e anche di libri di zombi, ecco, dovete assolutamente leggerlo, per motivi che non vi sto a dire, ma semplicemente vi dico che arrichisce le vostre visioni su post apocalisse e zombi.

Poi vi dico che non so se leggerò il saggio sulla lucidità, anche se credo sia obbligatorio. Consigli? Devo o no?

Ma io quasi la chiuderei qua. O meglio. Ho mille altre cose per la testa. Il libro le chiama ed è un suo pregio. Per esempio, che ne so, questo libro non può prescindere dal personaggio che Saramago ha scelto come unico vedente (per quanto ne sappiamo noi, per il microcosmo che ci mostra) ma ho pensato, che libro sarebbe uscito se l’unico vedente fosse stato il proprietario della pistola violento e strupratore? A modo suo, un libro forte, Forse un tuono in faccia… ad avere altre vite sarebbe da scrivere.

Vabbé, viaggio troppo. Resta che il libro andava letto. Soprattutto per uno come che che adora i libri di fantascienza sociale da 200 pagine o poco più, come questo.

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