"La casa per bambini speciali di Miss Peregrine" di Ransom Riggs***

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"La casa per bambini speciali di Miss Peregrine" di Ransom Riggs***

Mi vengono in mente tante cose, pensando a La casa per bambini speciali di Miss Peregrine, di Ransom Riggs.
Non tutte positive. Anzi…
E non mi riferisco al libro in sé, che è onesto e non è responsabile dei lettori e dei giudizi, e nemmeno del successo che ha avuto, ha e forse avrà. (Sì, avete capito bene, è l’ennesima, solita, inevitabile cancerosa trilogia, perché pare che ormai nemmeno una cagata la possiamo fare intera, ma dobbiamo scindere lo stronzo in tre parti).
Dico questo perché io so già che, come faccio di solito, questa volta non leggerò e nemmeno sbircerò i giudizi dei lettori qua e là su ibs o su qualche blog. So già che leggerò cose entusiaste che magnificheranno le trovate geniali e le foto di questo libro.
Non sono d’accordo, e penso di avere i miei buoni motivi.
Proviamo a metterli giù un po’ alla volta.

Allora, vi dico subito che tipo a pagina 18-20 o giù di lì stavo per tirare il libro nel muro. Vi ricordate il Giardino del Benandante? Ecco, lì vi dicevo che per la Storia del Friuli, il 1511, sta alla Storia del Mondo come fa l’Olocausto e la persecuzione della seconda guerra.

Ora, c’è questo nonno che dice al nipote di vedere i mostri, oltre di aver vissuto assieme ai bambini speciali, e cosa viene fuori sui mostri? Che il nonno è ebreo e i mostri chi potevano essere se non i simpaticoni a croce fatta con l’uncinetto? Vi prego, scrittori. Vi faccio un appello… basta costocazzo d’olocausto! Capitemi… se volete scrivere un libro storico, va bene, fatelo, si può.
Ma se volete scrivere un cazzo di fantasy, un weird, un giallo, un qualunque libro di fantasia, dove l’Olocausto non serve, perché, dico, perché lo dovete tirare fuori eh?
Anche perché veramente, dopo aver contestualizzato il luogo nel passato al 1940 la persecuzione storica non era assolutamente necessaria. Il libro avrebbe funzionato allo stesso identico modo anche si fosse evitato il prezzemolo nazista.

Poi… da dove viene, questo libro? Nasce così. Riggs è un collezionista di foto d’epoca, come quella delle copertina. Ci sono foto curiose, nell’Ottocento, e nel primo Novecento. Le prime macchine fotografiche immortalavano stranezze di ogni tipo e leggevo qua l’altro giorno che per esempio andava di moda farsi foto modificate facendosi togliere la testa. Ecco, non so se avete mai pensato che una foto racchiude un’intera storia, a volte. Riggs sicuramente sì, e attorno a queste storie immaginate ha costruito l’idea del libro. Aggiungete che si vede benissimo che è uno che amava Harry Potter e gli X-man e il gioco è fatto. I Peculiar Children di Miss Peregrine sono esattamente una sorta di specie diversa da noi umani normali che – con un variegatissimo modo – hanno poteri particolari, dai più interessanti (levitare, essere invisibili) ai più idioti e inutili (avere api che vivono nella pancia).

Vi dirò… questo delle foto molte volte è un limite.
Tipo il tizio con le api… okay, hai una bellissima foto di un ragazzo con le api addosso e sembra che gli stiano uscendo dalla bocca. E tu chiaramente vuoi usare quella foto. Okay… ma a me, e perdonatemi, questo ragazzetto continuava a fare venire in mente quella serie di battute sui supereroi con i poteri più inutili e per la precisione quello con “il potere di resuscitare le mosche”.
Mi fa sempre pisciare dal ridere, questo potere.
E quindi mentre leggo vedo questo personaggio e mi chiedo: necessario? Naaaa. Illuminante?  Mah… Insomma, avete capito. Usare le foto è indubbiamente un’ottima idea, e da quelle che vi ho messo in questo articolo capite che molte sono davvero belle e weird, ma non sempre, almeno questa è stata la mia impressione, la creazione del personaggio è così icastica da giustificarsi con la foto. E questo resta comunque un aspetto secondario, eh, perché alla fine non è certo un difetto. Potrei addirittura vederlo come una peculiarità che dà verità alla storia.

Quello che ho digerito un po’ meno è qualche ingenuità che sapeva veramente di già visto, soprattutto quando arrivavano gli spiegoni. Il nostro protagonista, manco ricordo come si chiama, comunque un ragazzetto 17-18enne americano affezionato al nonno che – dopo il suo assassinio – comincia a riscoprire il suo passato, o meglio, il passato di suo nonno.

Ed ecco arrivare, prima o poi, gli spiegoni “perché vedi, esistono due tipi di esseri umani… blablaba… i normali….come noi merdacce che stiamo leggendo il libro…. e gli speciali, pochi, che blablabla… e gli speciali vivono in un anello di tempo, bambini per sempre, ecc ecc.”
Insomma, avete capito. La porta dell’anello del tempo e la stessa Miss Peregrine che è una mutaforma, ricordano molto Harry Potter, almeno a me, così come i vari bambini che assurgono a eroi per le loro caratteristiche (l’invisibile seguirà il cattivo, la forzuta lo combatterà, ecc) ricordano le joint venture di mutanti e supereroi vari, da avengers a x-man.
Non è un male, intendiamoci, ma diciamo che non vedo tutte questo grande entusiasmo attorno al libro (best seller, con diritti già acquistati e usati per un film di tim barton ecc.)
O meglio, le foto sono assolutamente timbartoniane, ma la storia quella no, è piuttost
o banalotta.

Resta comunque, dopo questi pensieri generici, che è un libro che non mi è dispiaciuto leggere, che qualche sorpresa ben gestita la riserva, e che, se dovessi consigliare un libro a un adolescente che vuole sfuggire a vampiri emo e moccioserie varie, e vuole comunque restare nelle terre del fantastico non magico, diciamo pure che questo libro lo consiglierei volentieri.

Anche perché un lettore meno pignainculo di me, sono certo, si leggerebbe subito anche il secondo volume della saga mentre io, che pur lo avevo sul comodino, ho deciso di guardare solo le foto, belle, e di restituirlo. 
Non saprò come va a finire l’avventura di Emma – bambina che fa luce con le mani – e del nostro protagonista, che combattono i Vacui (così li hanno chiamati i mostri cattivi rinnegati che voglio papparsi gli speciali e lo so non è una grande idea) e gli Spettri, che sono gli umani aiutanti dei Vacui.
Che altro dire… beh, oltre a farvi vedere qualche foto del libro, vi dico che tutte le foto su cui si costruisce la storia provengono da collezioni di gente che ama questo tipo di cimeli e qui mi trovate del tutto concorde: sono meravigliose. Questi bianchi e neri, queste facce ingessate, questi occhi sbarrati, questa paura ed eccitazione generata dall’obiettivo… e niente, sono weirdissime e davvero ti fanno pensare che meritano una storia da raccontare. Le modifiche a photoshop, si dice, sono state pochissime e solo di poco conto, Questo non significa che la bambina che levita o il ragazzotto che solleva massi siano photoshoppati… semplicemente sono foto venute così, per caso o per simpatia e per errore o per illusione ottica. 
Della storia non vi sto a dire tanto. Chiaramente il viaggio del nostro eroe, nell’isola inglese dove c’è la casa dei bambini speciali, che invero, si rompono un po’ il cazzo a vivere sempre il 3 settembre del 1940, è un viaggio in cui ci sarà la crescita, l’apprezzamento di ciò che è non speciale, di ciò che è strano. Se posso dire, questa è una storia sulla diversità, che ha il suo perché, se la leggete in tema di freaks, ma non ha il coraggio di affrontarli veramente. Vi spiego… siccome qui non si è parlato di supereroi, ma di diversità, è troppo facile descrivere dei peculiar boys che hanno tutti caratteristiche positive o comunque non negative. Prova a descrivere uno speciale modello mostro schifoso e vediamo se ci piace ancora, essere un freak. Troppo comodo essere speciale con poteri belli…
Dai, direi che è davvero abbastanza, ho parlato anche troppo e forse sono stato severo. Il libro resta un buon prodotto di narrativa fantastica, molto fruibile, che pur senza guizzi porta avanti le fotografie d’epoca e ne fa cavallo di battaglia vincente. Se poi la storia non innova nè stupisce, beh, accontentiamoci che appassioni e cerchiamo di essere meno tignosi. 🙂
Concludo lasciandovi una carrellata di foto, oltre a quelle là sopra, perché meritano guardate.

Comments

  • 3 Ottobre 2014

    Che questo libro sia una mezza scemenza è evidente.
    Ma lo è per noi che leggiamo.
    È una di quelle letture "for dummies" e leggerine fatte per chi – ribadisco -non è avvezzo alla lettura.
    Io pure ce l'ho da leggere – chissà quando visto che mi sono prese la donchisciottite e l'orlandofuriosite di ritorno – ma è evidente dalla trama sui risvolti che la trama "super" e non "freak" è tutta lì, presa dal manifesto degli X MEN "persone che proteggono un mondo che li teme e li odia"
    A loro volta, i fighetti con la X sono il rimaneggiamento di un altro super gruppo – che freak lo era per davvero- ma che essendo fatto di "veri" mostri non ebbe grande successo. Come puoi immedesimarti nel mostro? Ti linko un link.
    http://tuttobenenellamiatesta.blogspot.it/2014/10/morire-per-vivere-john-scalzi.html

    reply
  • 6 Ottobre 2014

    io so che c'era il commento ma mica lo vedo più 🙁

    reply
  • 23 Giugno 2015

    Ciao, io faccio parte di quella fetta di web che l'ha amato *-*
    Ma solo a me alcuni passaggi sembravano poco chiari (sarà che l'ho letto divorandolo a tal punto da non soffermarmi) ?
    Attendo con ansia il secondo e il terzo libro e li comprerò sicuramente!
    La recensione sul mio piccolo blog, se ti interessa, la trovi qui > Raggy – Recensione de La casa per bambini speciali di Miss Peregrine, mi scuso per l'eventuale spam insesiderato…
    Rainy

    reply

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