L’agguato
L’aria frigge di neve.
Impaziente, il sale aspetta ai bordi
Delle pozzanghere.
Le strisce, dal fiato corto
E spezzato,
Sognano una magia che regali l’illusione
Dell’invisibile o del non mortale.
Anche i pini, attoniti,
Puntano il muso in alto,
Al buio malcelato dalle insegne
E dai catarifrangenti.
Io dormo
Con i piedi al caldo e una guancia
Che corre a nascondersi,
Fuggiasca,
Dietro la mano aperta.