“Il giovanotto col garofano e altri racconti” di Karen Blixen***

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“Il giovanotto col garofano e altri racconti” di Karen Blixen***

Okay, su. Un post breve per riportarmi al passo coi librettini del Sole.
La Blixen non l’avevo mai letta no.
La mia Africa non mi aveva mai ispirato e Il pranzo di Babette nemmeno sapevo che fosse un suo libro, anche se il film è una figata.
Questi tre racconti, quindi, li ho letti abbastanza volentieri, e non erano sgradevoli. Anzi.
Due sono simili, ovvero quello che dà il titolo al librettino e il secondo, L’eroina, che poi è quello che mi è piaciuto di più.
Il terzo racconto, Il mozzo, è una sorta di racconto fantastico, un po’ più breve, in cui un mozzo, appunto, salva un falcone di mare dalla morte, per poi scoprire, anni avanti, che non era proprio un falcone comune, ma qualcos’altro, che lo aiuterà a salvare la ghirba dopo aver combinato un danno, con un marinaio ubriaco.
Insomma… niente di che, quest’ultimo, ma leggibile e se preso cone favola/racconto, a tema marino, direi anche piacevole.
Al di là della tematica folkloristica/magica, più strumento che sostanza, è curiosa una quasi assenza di morale, per certi comportamenti, dovuta all’inseguimento di un bene superiore, come potrebbe essere un’infatuazione amorosa. Curioso, sì, comunque il racconto mi sembra i più imperfetto dei tre, dando una leggere impressione di approssimazione. In ogni caso leggibile, eh. 🙂
Degli altri due, invece, direi che c’è da dire.
C’è l’equivoco, che domina, o cumunque il fraintendimento che porta a riflessione e modifiche nella vita e nelle vicende del protagonista e in entrambi i casi la scoperta è successiva, nascosta (direi anche abbastanza bene) e che lascia un che di piacevole.
Magari non saranno due pezzoni, di quelle che te le ricordi dopo anni, queste due storie, ma sono comunque scritti in una prosa semplice ma elegante, che paga forse un po’ di lentezza per le ridondanze ma che – posso capire – sono coerenti a due prime persone un po’ così, non proprio due eroi, con cui entrare in empatia e immedesimarsi. 
Il primo, quello che incontra il giovanotto con il garofano che tenta di entrare in camera sua, dà quasi l’impressione di essere un po’ grullo, un tontolone che si fa le seghe mentali, caccia balle, e prende per segni del destino e della vita qualunque sciocchezza. (all’interno c’è anche una storia nella storia, di cui ho trovato un pezzettino senza stare a scannarlo)
Il secondo, uno studioso, un filosofo, uno scrittore, rimane quasi come persona alle spalle dell’Eroina, una donna stra-quaglia che lo caverà, lui e altri francesi, da una situazione quantomeno spinosa durante la guerra del 1870 francoprussiana (fucilazione, intendo).
Anche qui, a fine racconto si scopre l’equivoco, il credere una cosa che invece no.
E da qui si lascia a pensare il protagonista, e quindi il lettore.
Non racconti bellissimi, quindi, almeno per me, ma letture piacevoli, sciolte, e che in tutti i casi lasciano una piccola scia dovuta alla sopresa, il che non guasta.

Comments

  • 7 Maggio 2012

    Ti giuro che qualcosa di Cosa, qui, l'ho letta, ma non ricordo cosa.
    Ricordo solo di averla trovata insopportabile.

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  • 8 Gennaio 2019

    I due giudizi appartengono a persone che non si rendono conto del periodo storico in cui furono concepiti e scritti e che danno dell' insopportabili ai sogni.

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