Febbraio 2012

Ho cominciato alle sei, con Patti Smith, Dopo di che verrà l'aurora. Il loro colore è il blu, La mia effervescenza un animale fantastico, Trasparente, Che parla e vola. L'ho chiamato Domenica, Mangia chiodi, maschere e guinzagli; L'ho chiamato ed è venuto a svegliarmi. Le mani schiacciate dai doni, Negli

Ho trovato una sciagura, una mattina. Assopita sulla credenza, Una guancia contro il cellulare, La coda annodata a una penna Che non scriveva più. Vivace, L'ho protetta spuntando le ali, Ferrando gli zoccoli E limando il becco. Le unghie no, non le ho toccate. Aveva così tante dita, a indicarmi, Che

Hanno dentro un animale: Un insetto con occhietti d'argento Che strepita e giudica, Appollaiato a un portacenere. Hanno dentro  Una risposta con le palpebre serrate, Una voce lamentosa, Una mano con dentro una tasca. Non ci piacciono, Non ci piaceranno mai, Quelli che hanno dentro Ciò che hanno anche fuori. Noi, Sul ponte

Mentre io festeggio il mare Ineffabile, I suoi colori venuti dalla melanconia, Varcando l'orizzonte dei sospiri; Festeggio l'eterno risorgere dell'appetito, L'animo mansueto del sonno, Il sudore aspro della corsa Quando è carezza e velo. La luna, la saliva, L'imbrunire e l'erba Che morendo profuma. Cionondimeno, Festeggio le parole, sì, Umane e imperfette, Fragranti, Dentro

Scricchiola tutto: I rami, le foglie, il vetro  Dei finestrini e il buio che li graffia. Scricchiolano le dita adunche del vento, A bucare i vestiti, Disorientare gli aironi e le nuvole. Scricchiola il seno docile della domenica, Irruente e selvaggio, Addomesticandola.