Soldati
La pagina ride di
Come Ho messo le parole
In fila. Un sorriso privo di denti
Tra i quadretti feriti dall’inchiostro e l’inchiostro disseccato e sterile.
Un canto è anche quello della portiera dell’auto del padre, nel cortile buio.
Un canto è lo sputo bollente del caffè sopra il suo profumo
E un canto svela al bicchiere il gluglu della
Bottiglia nello sbattere dei vetri.
Il soldato marcia ancora,
Per l’esercito
Del tempo.
Fanti
I secondi
Generali gli anni
E ogni orologio è un fucile
Carico che dondola il palmo.
Ma i soldati, nella mia lingua sono
Fiori disegnati da una mano ingenua negli orti e nei cimiteri.
Ci sono stagioni dove l’acqua marcisce, altre dove ghiaccia e spacca il vaso.
Ci sono stagioni l’acqua disseta il sorcio
E la zanzara.