Chi sot
Sentât chi sot Mi sint in buine companie.
Fromdown Todusk
Pioggia mojito scerbanenco. Tsipras domina una sedia, Si rilassa, La colpisco negli occhi a tradimento, Rrapido, Col collirio. Scuote la testa e una goccia Giallastra ferisce Il cuscino. Per alleati ho una felpa, Una lampada ikea, Menta Lavata dalla pioggia. Mi addormento su quattro sedie, Allineate Assieme ai Blur e a Florence, Ma non stiamo
Pennacchi secchi
Quando un sole mansueto macchia La tela zucchero Sopra i pennacchi secchi Del mais. Non capisco mai se sono i tronchi, Le ombre sottili O l'orizzonte A togliere dalla bisaccia un nuvola E rattoppare Coprire Germinare contorni di luce e Vapore. Fanno festa Comunque
“Diario d’algeria” di Vittorio Sereni****
Non parlo quasi mai di poesie, qui. Per lo più perché non ne leggo. ovviamente, o meglio, può capitare qua e là che prenda un libro e ne legga una, ma, da lì a leggere un libro completo, sì, mi è
Vita spalancata
Ho preso il vizio Di vivere con le serrande alzate, la finestra Spalancata, Senza portare con me nel sonno luce Occhiali Libri E mutande Tutt'al più un buon antizanzare Per alleato. Mi sveglio così prima delle sei Con tutti i sogni maschi ancora addormentati Seduti sulle ciglia Nella gloria del mattino. Per colazione
Lune senza nome
Sono cose che non hanno un nome Sono cose che vanno via Che mettono l’ombra davanti ai propri piedi E inciampano. Sono cose, siamo cose, E le persiane abbassate le chiudiamo con le ciglia Per non vedere la morsa Stretta al cuore che verrà. Chiusi dentro, O chiusi fuori
Pollo e ananas
Ho corso. Piovo. Taglio l'ananas col coltello grande, Mi pungono la schiena, mi gratto e la punta Si bagna di sudore. Metà ananas si mangia, come dice il nutrizionista, Dopo lo sport e prima dei pasti, Dopo gli smarrimenti e prima di dimenticare. Tsipras ha ancora gli occhi
La sete, di domenica sera
Era domenica, poco fa, Dicono lo sia ancora. Era domenica con la sua faccia rotonda, Sorridente, Le timide sottili rughe che hanno mandato avanti Soltanto la loro ombra. Era qui Aveva caldo sete e sonno assieme a noi, Che li abbiamo ancora, Domati a stento Dall'imbrunire e dalle perle, Dolcemente malinconiche, Sopra
“Il mare color del vino” di Leonardo Sciascia****
Era venuta una signora e mi aveva restituito tre libri di Sciascia
Tesori in viso
Ti ho seppellito in visoUn tesoro:Un grappolo di gemme scintillantiSedute a cavalcioni [Altere] [Tintinnanti]Di ogni volta che sorridi. Imprigionata la manoHo disegnatoIl pensiero tuo selvatico: Un ricordo di rugiada [acquattato] [chino]In tutti gli echi di un mattino. Serbati nelle