Il giorno, alla serata

Il giorno, alla serata

Hai appoggiato l’indolenza 
Sulla vecchia credenza
Che di rumore e lavori non possiamo
Far senza. 
Così chiedi e mi chiedi 
Perché dormo poco, bevo tanto, 
Preferisco il silenzio al pianto e alla risata 
E preferisco sì
La notte al giorno e il giorno alla serata. 
Fosse anche un segno nero 
Uno soltanto
Sul foglio bianco, 
Parole da mandare a morte di un messaggio. 
O nelle giornate peggiori 
l’accontentarsi anche solo di un pensiero,
Stracciato e obliato dal rimanere addormentato. 
Resta tutto lì nel segno degli occhiali storti, sporchi,
Impresso sulla fronte,
Che nulla sa e nulla dice
Destinato a scomparire
Salvato senza senza un nome 
Né tatuaggio,
Né cicatrice.

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