
Andiamo (breve racconto weird)

“Andiamo” – Colori a cera su carta
«Andiamo!» dice Angelo avviandosi, scalzo come sempre, in direzione delle paludi, verso Torsa.
La Luna ha regalato al buio solo un sorriso, nascosto a tratti dalle nuvole grigie, gonfie di pioggia, che scendono dalle montagne lontane.
Tullio fatica a stargli dietro. Non lo sorprende sia per molti il pescatore più abile di Talmassons e lui non è certo il primo ad aver bussato alla sua porta, all’imbrunire, per chiedergli d’essere accompagnato a pesca, e riuscire a prendere una trota, un cavedano o qualche gobione soltanto, così preziosi in quei tempi di miseria.
Ma di accompagnare lui non aveva voglia, quella sera, lo aveva capito subito.
Angelo non dimenticava, e tra loro era ancora in ballo un litigio per un confine, a causa di un sasso spostato e di un filare di mais in più o in meno, rubato da uno all’altro.
«Non so», gli aveva risposto, in piedi sull’uscio, osservando la piazza come se ne fosse il padrone. E non so, detto da lui, significava no.
In ogni caso sono altri tempi, altre storie… che forse hanno bisogno di non essere dimenticate. Questa, ora, è salva.