Nero Acqua di S. Sala**

Nero Acqua di S. Sala**

Comincio la settimana aggiornando i blogghe, e mentre di poesie è facile scegliere, visto che son solo da copiare dalla memoria del mio povero cellulare che da qualche settimana in qua si crede di essere una moleskine e si comporta di conseguenza, rifiutandosi di scrivere sms banali e spegnendosi all’improvviso; ecco dicevo che mentre per le quasi-poesie è facile, per i libri è meno facile.
Sono lì, sul davanzale, divisi in due colonne, e dei più antichi, anche se hanno un mese di lettura alla spalle, comincio già vagamente a scordarne la scia, mentre di altri, quelli belli, non mi va proprio di liquidarli con quattro parole in croce del lunedì mattina, post-caffè e pre-cereali.
Allora ecco che scelgo questo libro inutile. Un thriller, (e certo, con un thriller, americano per di più, il rischio di incontrare un libro inutile era molto alto) ambientato nel Maine, e scritto da una tal Sharon Sala, (per altro scrittrice molto prolifica e forse anche conosciuta, ma non da me) che badando alla quarta di copertina, è stato “ai vertici della classifica del New York Time” per settimane.
Perché l’ho letto? Beh, diciamo che faceva parte della spedizione vittoriosa di libri a un euro che poi sono finiti nel fun cool! Ne avevo comprati due, di Sharon Sala, vuoi perché non sembravano proprio schifosi, vuoi perché le edizioni hm – i chiaroscuri, (leggi harlequim mondadori) non sono poi malaccio. Mi sono tenuto questo perché parlava di un lago, e di un delitto che riemerge dopo il ritrovamento casuale di un cadavare che non doveva esserci, sul fondo di quel lago, e che ivi riposava da vent’anni. (Io adoro le cose nascoste nelle acqua profonde, a cominciare dai mostri lacustri, anceh se qui non c’era niente di simile)
La figlia del cadavere, così, comincia a rimestare nelle acque e tutto si intorpidisce di nuovo, facendo spuntare l’assassino che ovviamente la vuole morta e…
Insomma. Mettiamola così, io vi dico solo alcune cose e poi giudicate voi.
Il protagonista maschile è Tony “Silk” Dimarco, che per assonanza di nome e modi e aspetto io ho continuato per tutto il libro a pensarlo come un Tony Dinozzo di Ncis, solo meno intelligente e meno sborone, ma più palestrato. La protagonista, figlia del morto, è Sarah Whitman, ovviamente bionda, ovviamente gran gnocca, ovviamente sospettosa e pura. Entrambi ovviamente riusciti nella vita, e ovviamente con un passato difficile (mezzo delinquente lui, mamma suicida lei e bla bla bla)
Il polizziotto (rigorosamente con due zz) è l’ovviamente incompetente Ron Gallagher, che io per tutto il tempo ho continuato a pensare come un mix dei due fratelli Oasis, solo più grasso e più stordito.
E questi erano i buoni.
Poi ci sono quelli che potrebbero diventare cattivi, gente pettegola di provincia che sparla sparla e si comporta in modo carognesco, pregiudizio docet, e fra i quali, ovviamente, c’è anche l’assassino, di cui, con alcuni brevi flash evitabilissimi, si descrive anche le sens-azioni.
Ok. E ora alcune domande:
Riusciranno, secondo voi, Sarah e Tony, accasati casualmente nello stesso cottage, a scoprire l’assassino?
Vivranno entrambi alla fine della storia?
Tromberanno?
L’assassino di cui si cerca palesemente di non svelare il sesso secondo voi sarà maschio o femmina?
Non vi dico le risposte perché non vorrei mai correre il rischio di rovinarvi questo splendido “Nero Acqua” di Sharon Sala, ma se voi avete risposto ciò che io penso e che avete pensato subito allora sicuramente avete indovinato e dovrete leggervi questo thriller solo alle seguenti tre condizioni:
1) lo trovate a un euro, o anche 99centesimi
2) volete imparare come, pur senza grosse pecche stilistiche, si scrive un thriller inutile e scialbo
3) volete imparare cos’è uno personaggio stereotipato.
In altri casi… lasciate perdere. 🙂
Buona settimana!

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