La ragazza dal cuore d'acciaio di Joe R. Lansdale***

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La ragazza dal cuore d'acciaio di Joe R. Lansdale***

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Ebbene, alla fine, a forza di girovagare fra le numerosi uscite di vecchi libri di Lansdale con cui il duo Fanucci-Einaudi sta intasando gli scaffali, ci sono arrivato.
Questo è l’ultimo scritto di Lansdale.
Ultimo in ordine cronologico, intendo, quindi quello su cui dovrei fare alcune valutazioni conclusive sul suo percorso e punto di arrivo attuale.
Cosa che non farò, sia chiaro.
Preferisco parlarvi del libro, magari anche in modo serio.
Tanto per cominciare vi lascio la quarta di copertina, che per una volta non dice troppo e inquadra abbastanza bene il libro, lasciandoti la curiosità di come avrà affrontato, il nostro amico Joe, questi personaggi stereotipati come il reduce della guerra, la bionda strafiga e trottola, l’amico pazzo e delinquente che però non è cattivo… Insomma, una buona dose di americanità, già nello scenario iniziale.
Eccola la quarta:

Cason Statler, ex candidato al Pulitzer ed ex soldato, è appena tornato dalla guerra in Iraq; disilluso e affetto da compulsioni ossessive, non fa che pensare al suo amore perduto, Gabby. È tornato al paese natale per riconquistarla e dimenticare la guerra, per allontanarsi dalle cattive amicizie, come quella di Booger, suo commilitone, pericoloso come un serpente a sonagli in un bosco dove infuria un incendio. Cason comincia a lavorare per un quotidiano locale e scopre, quasi per caso, che Caroline Allison, una giovane donna scomparsa, di una bellezza mozzafiato, è in qualche modo legata a suo fratello e al tempo stesso a una gang del luogo. Statler teme che il fratello possa essere in qualche modo coinvolto in quella sparizione; ma la situazione è peggiore di quanto creda, e per scoprire la verità sarà costretto ad affidarsi proprio a Booger, immergendosi con lui in un abisso di depravazione, mentre nella città di Camp Rapture cominciano a convergere razzisti bianchi e neri integralisti per discutere dell’apertura di una scuola che nessuno vuole realmente.

Bene, vi può interessare? Come dite? Troppo impegnato nel sociale? Tranquilli, non è così.
Vi posso dire fin da subito che Lansdale affronta sì quei temi, ma senza perdere mai di vista il suo obiettivo principale: intrattenere. Quindi state tranquilli, non vi aspettano lunghe pappardelle sul male umano dovuto alla guerra o al razzismo e gli esiti di tutto ciò li trovate fra le righe, sapientemente inseriti nella vicenda che, tanto per far sparire ogni dubbio, si inserisce pienamente nel filone di thriller d’azione con violenza, raccontato in Lansdale style. Forse, anche se la cosa poi fa abbastanza riflettere, c’è stato un eccessivo riferimento agli effetti che l’Iraq ha avuto sul protagonista, ma si intuisce che l’autore ha una sua opinione in proposito e l’ha voluta far emergere. Ma parliamo del libro.
Com’è?
Premesso che la copertina non mi piace per nulla, sì, il libro io lo trovo discreto. Niente di trascendentale, certo. Ma è un lavoro elegante, senza pretese, che mette in mostra più pregi, che difetti. A fronte di una leggera lentezza nella parte iniziale, che però serve per presentare il protagonista a un paio di personaggi fondamentali (spicca su tutti Booger, un classico antieroe Lansdaliano che pare uscito da un film di Tarantino e la vecchia direttrice del giornale, la signora Timpson, un comprimario riuscitissimo) (per non parlare del collega di colore frustrato di Cason, anche qui, un’ottima caratterizzazione) (ehi, ma quante parentesi sto aprendo) dicevo, a fronte dell’inizio lento, c’è un rapito muoversi verso il classico effetto Lansdale, in cui tutte le vicende cominciano a incastrarsi e il tempo a scorrere sempre più veloce, fino all’arrivo della scena clou, dopo di che, una volta che ogni nodo si è sciolto, c’è il tempo per il classico tirare le fila del protagonista. Per darvi due riferimenti, è un libro molto simile a echi perduti, ma senza alcun accenno al sovrannaturale, e simile a Il valzer dell’orrore, ma senza i difetti nella gestione della trama. Un libro da sette, insomma. Un compitino svolto diligentemente e che fa piacere leggere, pur non aggiungendo nulla alla produzione dell’autore.
Che altro volete? Altre considerazioni?

Beh, che c’è il ritorno alla prima persona, e per l’ennesima volta si nota come sia possibile gestire 400pagine in prima persona senza rischiare di annoiare perché tanto si sa che il protagonista non muore.
C’è da dire anche che si vede una mano esperta nella gestione dei tempi della storia. Tutto succede quando deve succedere, ne prima, ne dopo. E’ un merito. Non te ne accorgi, leggendo, ma la gestione della trama è buona.
Già che ci sono aggiungo anche un’altra considerazione mia: Lansdale, di libri come questo, ne può scrivere un paio l’anno. Io sono contento, me li compre, me li leggo e ok, tutti felici. Però mi aspetto altro. Mi aspetto che inventi qualcosa: lo ha fatto col drive in, lo ha fatto con hap e leonard, lo ha fatto con il western fantastico, e con il romanzo di formazione del tipo uragano e ultima caccia. Io mi aspetto qualcosa di nuovo. Chissà…

Buon halloween carissimi. 🙂

Comments

  • 31 Ottobre 2008

    Be', se questi te li compre allora molto meglio i miei che te li scariche, no? ^^

    E buon Halloween anche a te!

    Simone

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  • gelostellato
    31 Ottobre 2008

    e tu come sai che sono tra i 300 temerari che l'hanno scaricato, quel gatto 🙂

    reply
  • 31 Ottobre 2008

    Che per arrivare a 300 tutti quelli che mi conoscono l'hanno per forza scaricato 10 volte, no? ^^

    Simone

    reply
  • gelostellato
    31 Ottobre 2008

    Io 8 volte, ma solo per gratificare il tuo ego 🙂

    reply
  • 4 Novembre 2008

    Concordo. Libro piacevole, molto lansdaliano, ma in fondo niente di che.

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