Agosto 2008

I cardini pesano le mie porteFaccio fatica a stordire le rugheCerco di disegnare animali estintiDalla fronte corrugata.Ho una senso che dimentica le chiaviUn diverbio scoppiato a salveUna folata che mente e indagaSui crimini sessuali dei polliniPiù la memoria gratta alla

Non mi dire che la notteVeste solo di ombre e temperaturaSarebbe sciocco pensarloCome vivereSprecando l'odio sul datore di lavoroSulla polizia municipaleO sulla signoraE i suoi piccoli passiMentre cerca di spendere primaTempo e denaroE calmaNella chiacchiericcio magicoDavanti alla cassa del supermercato.Non

Vê chi ch'a sinTrent'agns mâl bastitsMetûts dongje un daûr chel altri,A fuarce di siet e trente e bogns principiisSamein ombrenisDismenteadis ca e làEpûr simpri dopradisSa le cjapin cui vizii e cu le machineSa le cjapin cul telefoninCul ordenadôrCui scanseiCe ch'al

I sassi. A volte nasce tutto da lì. L'idea di costruire, intendo. Abbiamo quel bisogno insaziabile. Di costruire, creare, far durare. Mettere i sassolini uno dietro l'altro e farli stare attaccati. Farli crescere più di noi stessi, e allora cominciamo