Latitanza

Latitanza

Ti ho scelta io
Seme pescato da un mazzo
Di soli petali e fragranza

(uno scricchiolio, più che un profumo)

Che dirada le foglie e le corolle

Quando l’ho fatto
Scrutavo le briciole
Che cadevano dal mare crespo delle tue labbra
Per denti
E per gloria

Squassato dalle stagioni
Dalle unghie scheggiate
Di chi è ammalato di tempo

(e di ragioni)

Gestivo la febbre come un temporale
Come un pendio
Come un poesia venuta male

Correndo a perdifiato
Sotto nuvole che distillavano argento
Negavo la cupidigia ai frutti

(caduti immaturi, ma dolci)

Che intralciavano il sentiero

Eppure ti ho scelta io
Con l’impaccio del desiderio
Dell’armonia che impolvera i giorni

(partoriti uguali, ma per madre difforme)

Sopra i fascicoli
Sotto gli armadi
Sopra i quadernoni ad anelli

E come i regali
I ritagli di giornale
I colpi di testa e di tempesta
Ti ho scelta io
E non ti nasconderò più

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