“Il racconto dell’isola sconosciuta” di Josè Saramago****
Ieri mattina sono stato al mare. Dopo le 4 di sabato sono passate finalmente 6 ore senza parlare, e non mi pareva vero. Devo ancora riabituarmi all'isolamento, ma ho tutta l'intenzione di. Mi ero portato due libri. Uno che si è rivelato bellissimo,
C’è vento
C'è vento. John Fante si è posato sull'asciugamano, Fra le fragole sbiadite, Come una farfalla inquieta e impaziente, Leggerlo E' una teoria ininterrotta Di strappi: A una riga un sorriso, La successiva il cuore Dal petto Per le pena. Bjork si è finalmente seduta nelle mie cuffie, Facendosi capire, dopo anni che l'ascoltavo
Frasche gracili
Ha spiovuto Sereni mi ha accompagnato per qualche minuto Lungo la strada Percorsa dalle gocce sulle mattonelle Mentre le trote riposavano calde sulla vite e la menta.. Vittorio era malinconico, rassegnato, Sperduto nelle sabbie d'Algeria. Ho salvato per lui nove anatroccoli Catturati con un agguato degno Del peggior ladro. Il
Dalle unghie al fiato
Mi sono chiesto e ho provato a specchiarmi nelle ciliegie, prima di mangiarle fino al mal di pancia. Mi sono chiesto, sono andato a cercare, dove è nata questa giornata, e non sono riuscita a farla stare, in un pensiero lungo
“I fantasmi” di Andrea Camilleri**(*)
Poche righe e poi scendo e lo appoggio qua, sul bancone degli omaggi, non sia mai che serve a qualcuno, questo "I fantasmi" scritto in siciliano da Andrea Camilleri con le illustrazioni di Shout. Raccoglie in realtà quattro puntate, e parla
Bestioni prossimi
Oggi ho mangiato tre lamponi, i primi,Di rosso e di sapore timidi; Al fianco, sul sedile, passeggeri esigenti,Uova fresche e ciliegie rubate,E quattro oche nate ieri, chiuse in una scatola di superbia,Vanità.Io schiaccio stringo taglio:É tutto bello; Un bestione suona, inviperito,
Arcs
Tu sês vignude a ingropâmi i arcs di Sant Marc ma ti si son rots in man come paie tal cricâ de canicule. Ce vûstû, tu mi âs dit 'nd è ogni codebue 'nt cjatarai ancje. Ma jo cui temporâi e la bissebove o cjacari come cui fruts: i mostri
Ammicca starnazza ride
Lei mi guarda dalla finestra e ammicca starnazza stride Porta a spasso i miei vizi Sulle mie dita umide E dilaga nel mio cuore di terracotta Che ascolto e riascolto coccio dopo scheggia Come se avesse attraverso tutta la verità di oggi e di domani. Hanno costruito una
Baffi di zucchero
C'è un litro di latte, sul tavolo, andato a male, Un moscone che sbatte sul vetro Un baffo Di zucchero vicino alla tazzina Del caffè. C'è quiete, fuori, sotto la luna a farsi grattare La pancia Viziosa. Due o tre delle mie unghie Sono ancora sporche di vernice, Aspetterò mezzanotte,
“I Pugnalatori – La scomparsa di Majorana” di Leonardo Sciascia****
Ma quanto è che non aggiorno il blog come si comanda, parlandovi di un bel libro? Un sacco. Ed è da un po' che ho letto questo lavoro, proprio questa edizione, con le pagine ingiallite e muffose. Mi è piaciuto parecchio.