Le avventure di Tom Sawyer di M. Twain***
Qualcuno diceva che l’unica cosa belle dell’essere ignoranti è che puoi ridurla. Io che di libri classici sono un vero gnurant sto cercando pian piano di dare ragione a questo detto e ogni tanto, complici anche i libri a un eurio o poco più che si trovano da qualche parte, mi leggo un classico.
Classico non intendo ancora dostoevsky eh, intendo altre cose.
Per esempio i libri per ragazzi, quelli che solitamente hanno imperversato sulle labbra dei nostri vecchi prof di italiano, senza per altro che gli dessimo troppo ascolto.
Ad ogni modo, il fatto di leggere, “da vecchio”, questo genere di libri, ha pregi e difetti.
Uno dei difetti è indubbiamente connaturato alla pre-conoscenza della storia, spesso avvenuta nei modi strambi.
Nel caso ti Tom Sawyer, credo tra le più celebri creazioni di Twain, è inutile chiederlo, ma lo chiedo lo stesso: chi di voi si ricorda il fighissimo cartone animato di Tom Sawyer? E la puntato con Joe l’Indiano? Non ditemi che ve la siete dimenticata?
No, sono sicuro di no. Ve lo ricordate tutti quel cartone animato. Altrimenti cliccate qui.
In ogni caso, sovrapporre alla storia scritta le immagini della storia del cartone/film/fumetto o altra rappresentazione del caso, non è mai una buona cosa. Come leggersi il libro dopo aver visto il film, insomma.
D’altro lato c’è sempre un piacere nel saper veramente come stanno le cose, conoscere la genesi delle nostre conoscenze, avere un’idea precisa di quello che l’autore voleva dire, e non di quello che è stato in seguito interpretato.
Poi ci sarebbero altre motivazioni ma non sto qui a dilungarmi.
Ne segnalo solo una: il fatto che, leggendolo a 16anni, Tom Sawyer ti comunica un livello di lettura; letto ora te ne comunica almeno due, e direi tre. E non è una brutta cosa coglierli, a volte.
Ad ogni modo, pur essendo una lettura che mi ha lasciato qualcosa e che mi ha spinto a cercare di procurarmi “Le avventure di Huckelberry Finn”, non sono stato del tutto soddisfatto.
Lo so, lo so… ora penserete che sono uno snob ignorante. Ok, ci sta, lo sono. Il fatto è che non posso dire che mi abbia entusiasmato, sto Tom. Piaciuto sì, ma non entusiasmato.
Perché?
Beh, principalmente credo per tre motivi.
Il primo, ovviamente, perché sono uno snob ignorante^^
Il secondo, più sensato, è perché questo libro, come molti altri che hanno avuto successo mondiale, poggia moltissimo sulle vicende, piuttosto che sulla scrittura dell’autore. Non voglio dire che Twain scrive male, eh. Scrive limpido e leggero. Voglio solo dire che quel che ti piace, con Tom Sawyer, è sbaccanare quando lui riesce a far dipingere la staccionata a mezzo paese, facendosi pure pagare, e facendo credere a tutti che è un divertimento farlo. Oppure quando dà la medicina al gatto, facendolo fare salti di due metri per aria. E’ ovvio che per chi, come me, si ricorda già le scene, non ci può essere quel fascino da prima volta.
Certo però ce n’è un altro di fascino, e siamo a una lettura di secondo livello. Tom è tutti noi, è il monello che dopo aver dato la SUA medicina (schifosa e inutile) al gatto, dichiara candidamente (con politica furbizia) che “povero gatto, una zia buona che gli fa ingoiare quella medicina che brucia le budella e fa tanto bene, lui non ce l’ha.” Voglio dire… come poteva restare indifferente!
Insomma, per capirci, Tom è il monello che smaschera i grandi e saggi, che li mette di fronte alla propria pochezza e chiusura mentale, alla propria stupidità.
Che dire poi di Hackelberry Finn?
In realtà è lui il vero protagonista riuscito di Twain. Se Tom è il monello all’interno del sistema, Huck è il monello che ne è rimasto fuori, e si è creato un sistema tutto suo. Se per certi versi vorremmo essere Tom, per molte pagine ci rammarichiamo e ci manca il coraggio di voler essere Huck! (Tant’è che è lui, il vero vincitore, alla fine dei giochi. Altrimenti non avrebbe avuto un libro tutto suo che a detta ti tutti è meglio di questo 🙂
Insomma, questa secondo livello di lettura lo si può fare solo “da vecchi” ed è un motivo per godere di Tom Sawyer anche se “sapete già come va a finire”.
Terza cosa, e qui è completamente personale, temo di non essere un fan di Mark Twain. Cioè, nella vita si sa, ci sono cose belle, ma che non fanno per noi. Forse Twain per me è una di queste cose. Il suo umorismo mi piace, le situazioni che crea anche, ma alla fine, mi sa che non fa per me, anche se ve lo saprò dire meglio dopo aver letto “Le avventure di Huckelbarry Finn” che chissà come mai… è il mio idolo. (ok, ok, Tom è un po’ falso e mi sta sul cazzo, ma non ditelo a Twain quando verrà dall’aldilà a commentare il blog sottoforma di anonimo). 🙂
P.s. Siccome vi ho parlato di tre livelli di lettura, il terzo è un livello storico. Twain dipinge l’america near-Mississippi della prima metà dell’800 e lo dichiara all’inizio del libro. Tom è esistito, seppur in tre persone diverse, così come gli altri e (più o meno) i fatti narrati. E sinceramente, è un libro invecchiato maledettamente poco!
Carla Casazza
Mi spieghi perchè quando fai un post serio non commenta nessuno e quando scrivi cose deliranti come quelle della maglietta invece ti commentano in tanti?
Ecco… si… lo so… mi rispondo da sola 😛
gelostellato
mmm
è una cosa che mi cheidevo anch'io…
questo post infatti mi sembrava quasi sensato 🙂
dovrei mettere più figure… la gente guarda le figure, si sa. 🙂
ranz
Sto imparando l'alfabeto! Datemi tempo, sono appena arrivato alla effe! 🙂
banshee
Tom Sawyer mi è sempre stato antipatico
Huckleberry Finn invece… quello sì che mi piaceva, e tanto
Il libro (Huckleberry, intendo) ce l'ho pure in un'edizione molto bella, ammetto che mi hai fatto venire la tentazione di riprenderlo in mano… così magari ritorno indietro nel tempo…
🙂
gelostellato
Effettivamente Huck è troppo figo
e la parte finale, dove non riesce ad arrendersi alle comodità e torna a dormire nel suo giaciglio di stracci è fighissima 🙂