Aprile 2008

La prime volte ch’a ju veve viodûts, Silvie, a jere restade incjantade, tant che une moscje ch’a scuvierç il mâr. Il riflès dal soreli al pandeve di un butul a chel altri, zontant zûcs di lûs su la glace ch’a

Intorno a meVestiti di paroleChe indosso spessoPer nascondermiO per farmi belloBasta cheNon mi guardi noNo non mi guardiE te l'assicuroLo soMi sono dato appuntamentoE ho aspettato maNon mi sono riconosciutoPerchè il luogo era troppo affollatoE mi chiedoDa alloraChi ero io?

La chiamano Sala delle CrociMa loro sono solo traviPrivate dell'orizzonteChe divideva l'altezza in piani.Croci lo sono diventateCome si fa con l'abitudineChe si specchia e ripeteUn giorno a inculare il successivoSpingendolo viaSenza gravidanzeO gioie.Solo la tranquillità del disinteresseDi una croce messaPer