Demoni e nuvole

Demoni e nuvole

Succede così, di notte, che ti bussano agli occhi spalancati,
Succede che sono come le nuvole bellissime di un giorno bellissimo.
Li puoi contare, misurare, uno a uno.

Il primo ha il viso di bimbo, i piedi grassocci,
Gli occhi cuciti addosso, che ti ha strappato mesi fa.
Ha sesso e sesso è stato,
Ma non ha età, perché non l’hai mai voluta sapere,
Non ha unghie, perché preferisce strapparti il cuore a pizzicotti.

Uno si è costruito da solo con i ricordi migliori,
cuciti come brandelli di pelle attorno a viscere e ossa lucide.
Sorride, sorride sempre, e si allontana immobile, senza salutare,
Senza smettere di tenere il bandolo
di quella matassa confusa di fili d’oro che non sarai mai più.
Ti ha scucito un braccio, un pezzo del petto, e corre veloce,
Corre e non torna più.

Uno ha tanto da dare, lo tieni in pugno senza volerlo.
La sua schiavitù ignorante è il giogo che ti consuma i piedi
I moncherini strisciano sul catrame ferendo l’udito,
Non ha un domani, ma non lo sa e vive come se
scavandoti buchi nella spina dorsale, con un cucchiaio sporco.

Un altro si è donato così tanto da averti seppellito vivo.
Senti i vermi delle putrefazione del domani correrti sulle braccia immobili
Non hai modo di chiudere nemmeno la bocca e lui è lì
con le braccia gonfie di doni e tenerezze, che raccoglie i tuoi respiri
in un secchio bucato.

Di notte, succede così, che te li trovi davanti, a bussarti agli occhi,
come l’opposto di nuvole bellissime, di una giornata bellissima.

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