
“Mostri” di AAVV (epub)**
Ecco, allora.
E’ mezzanotte passata, io c’ho i compiti da correggere per domani, vorrei anche andare a dormire, ho appena perso tempo a scrivere quell’altro post su un libro inutile, ho i piedi sul nuovo “coccolo” per vedere se scalda, sto ascoltando drum’s not dead dei Liars, ho il raffreddore, ho cenato con il frico alle pere e assaggiato pure quello al miele, bevuto l’assenzio e adesso mi alzerò per prendere qualcosa dal frigo e non so se una coca o una birra. Fuori ci sono un sacco di stelle, che poi, le stelle, col freddo sono come un frutto mangiato sull’albero: sono più buone.
Ma perché vi dico tutto questo? Solo per dirvi che tra mille cose che avrei da fare, ma mille davvero, alcune che più che dovrei devo, ecco, ne farò una che non mi ha chiesto nessuno.
Leggerò l’ebook dei racconti di Scheletri.com, quello corto corto, gratis gratis, che si chiama “Mostri” (Alessandro, sticatsi, sei ben originale eh, ogni tanto 🙂 e che è fatto di una selezione di raccontini tra cui, ma scoprirete perché la cosa è simpatica, anche quelli di Gigi, Silente e del Vampiro.
Più che una vera recenzione, quindi, è una lettura dei racconti con commenti istantanei. Così, tanto per non prendersi sempre sul serio e perché alla fine volevo leggerli e non mi costa nulla parlarvene.
Cominciamo, tra l’altro, con fare un cattura dal file in pdf per mettervi la copertina, che io trovo molto figa, sapevatelo. Mi ricorda un libro bello, che lessi tempo fa, di Bessis, che parlava appunto di tentacoli. Ma la smetto di divagare e comincio a leggere.
Il bozzo, di Matteo Bigarella. Che poi Matteo è un vip, uno che ha fatto Un Poe de copioni, e quindi è un figo, anche se il racconto, insomma, ha due difetti… il primo che per metà è centrato sull’idea di barzelletta che nasce da un calembour, il secondo che tende a ripetere troppe volte i nomi. Per il resto, la prima parte mi è piaciuta, la seconda l’avrei tolta del tutto. Basta che vi dica il calembour e anche se non vi dico null’altro voi indovinate il racconto. Non ci credete? Okay, proviamo! “Fuga di cervelli”!
Il pacco, di Luigi Musolino. Allora… l’ho già letto ma lo rileggo, perché questo racconto ha vinto il premio zombi, e io devo capire dove cazzo sono gli zombi! Non mi va di fare figure di emme, quindi rileggo. Okay, è ufficiale, io dico che qui non ci sono gli zombi. Il tizio è vivo e veggeto, comunque okay, la surrealità della faccia che gli cade a pezzi mentre cerca di aprire il misterioserrimo pacco potrebbe ingannare. Curioso piuttosto che questa cosa del pacco sia tanto ispirevole. Ne scrissi uno pure io, ma non saprei trovarvelo, e soprattutto ne scrisse una serie Ian, in abattoir. Da leggere assolutamente. Vabbè… comunque questo è carino, alla fine. Curiosità brutta besta.
Sotto un cielo di stelle, di Stefano Porta. Ah, questo sì che è un racconto di zombi. Poteva essere scritto meglio, questo sì, c’è qualche scelta lessicale discutibile, e qualche ingenuità,ma è una prima persona e ci sta. Alla fine sorprende, ed è bella la visione interna dello zombi umano. io questo lo promuovo.
Noi amiamo la nostra città, di Antonio Liccardo. No, questo non mi ha colpito… sembrava andare in qualche direzione e poi boh, è rimasto lì a metà del guado, con troppa importanza a questa famiglia e poca a quel ossessivo devi che ripetono tutti ai protagonisti. Non ho capito il perché di quel cacofonico cicalava, cianciava, ciarlava di Elena in tre righe soltanto. Boh… interlocutorio, per me.
Il palloncino azzurro di Vito Pirrò. Nemmeno questo autore, non lo conosco. Vediamo… allora, si usa la parola pecioso… cioè, io manco so cosa vuol dire. 🙂 e poi ci sono degli squarci che si palesano sulla magliett e crescono, e qui ho avuto un attacchino di umorismo involontario, me lo si perdoni. E’ un racconto ingenuo, di quelli che vogliono lasciare il finale con l’idea di angoscia da numero. Nel senso, uno ha fatto ‘sto casino, ora ce ne sono migliaia…
Bene, siccome ho preso la birra io faccio pausa e mi mangio della marmellata e magari una fetta di pandora o non so. Vediamo, poi continuo eh…
Non si scherza coi fanti, di Massimo Landoni. Ah, ecco uno di quelli col titolo che è rimasto lì per bellezza. Nel senso che il protagonista barbone coi santi non vuole scherzare, non gliene frega niente, lui vuole rubare. Certo, ovviamente sapete già cosa gli può capitare, più o meno… che ci volete fare, non riusciamo mai a essere politically scorrect… eppure la realtà lo è così tanto…
Il nastro rosa, di Sebastiano Natalicchio. Eccolo qua, c’è sempre una Sentinella, da qualche parte. E questa è pure con le d eufoniche di troppo nelle prime righe. Epperò, è un diamante grezzo. Con del mestiere sse ne fa uscire un buon pezzo, una doppia sentinella, per dire, e quindi lo salvo. Mi è piaciuto!
Spettacolo da prima serata, di Giuliano Bartolucci. Mmm,,, ho capito la vicenda, ma come sono confusi i punti di vista. Si rischia di perdersi e quasi sembra esserci un personaggio in più in questo triancolo coniugale in cui si scopre che la moglie non solo è baldracca ma pure un mostro. Non mi ha convinto,, no.
Carne giovane, di Massimiliano Benedetto. Ed eccolo qua un bel racconto con una black box. Ma come fa questo simpaticone a cui vengono via via amputati gli arti a raccontarcelo, che poi… insomma, la vecchia ti sta a mangiare pezzo a pezzo e ha il tempo di darti gli antibiotici? A che pro? e te speri di vendicarti infettando la tua carne non si sa bene come? mah… non mi ha convinto.
Il pozzo capovolto, di Simone Corà. Questo è un buon racconto. non semplicissimo e che rimane misterioso, ma non bisogna spiegare tutto. Anzi. Bravo Simone, questo è un buon pezzo. E voi, non costruie mai pozzi capovolti sui vostri soffitti… è meglio.
Belle statuine, di Matteo Pisaneschi. Bene, un gioco vecchio, un mito greco, mescolati e ben gestiti. Questo è un buon racconto. Non vincerà, ma è più che sufficiente. Piaciuto.
Estinzioni, di Gabriele Lattanzio. Ecco, il vampiro scrive un racconto cagata che piace agli ingenui. Ne avrò letti a decine, di questi, forse centinaia. Tutti così, in cui alla fine si scopre che lui era… non ve lo dico, ma chi si ricorda i miei comandamenti su cosa non scrivere in un breve horror, lo saprà. E poi è stronzo doppio perché mi ha fatto fare la parte del bastardo 🙂
Bene, è tutto. Direi che il post lo posso pubblicare anche domani, e non oggi. Voi, se volete leggere questi racconti o altri dello stesso tipo, li trovate tutti sulla pagina dedicata del concorso, o potete scaricarvi l’ebook.
Anonimo
Spezzo una lancia in favore del mio racconto (a te ne spezzo una in testa quando ci vediamo al pepperone), la colpa è tua che mi costringi a partecipare quando sono anni che non scrivo un ceppo e allora mi sono detto, ma proviamo a fare un autoplagio. Il racconto originale, che faceva cagare cento volte di più, partecipò forse nel 2008, boh, e giustamente venne segato con pernacchie annesse. È bastata un minimo di esperienza in più per renderlo leggibile e anche paraculo. E per arrivare davanti a Silente in classifica ahahah. Epperò hai ragione, racconti come questo ce ne sono a iosa e allora la prossima volta che mi caghi il cazzo aggiungi la clausola che devo scrivere una cosa ex novo.
P.s. sei uno stronzone ma ci tocca offrire la cena a te e a quell'altro alcolizzato, ora organizza pepperonata
gelo stellato
ma smettila di fare il permaloso? il mio faceva ancora più cagare su, guarda che ti faccio presente che ho plagiato cristina eh? 😀
Anonimo
Io volevo solo sottolineare che silente è un merdo, comunque. Tu pure, ma lui un po' di più. Eppoi ho 11 anni, scassascroto.
Anonimo
Ammazza ci hai stroncati tutti!
No scherzo, critiche legittime.
Per quel che riguarda il mio, volevo in effetti intitolarlo Fuga di cervelli, ma così avrebbe perso quel poco di effetto sorpresa.
Matteo Bigarella
gelo stellato
macché! vi voglio bene a tutti! 😀