ItalYōkai - Volume Turchese: Storie di Yōkai in Italia
Credo la maggior parte di cose che ho da dire su questi due libri si possono incontrare nella mia introduzione, che trovate nel volume porpora. Quindi la riporto qui, dal turchese.
Questo libro nasce nel 2014, per fame di curiosità e bisogno di regolarità. Nasce perché con me, i mostri sono sempre nei paraggi, e dai mostri agli yōkai è un passo, o anche meno. Così, nel tentativo di trovare qualcuno che mi obbligasse a scrivere il mio primo libro, ho chiesto a Luca di mandarmi una mail con una breve descrizione di un qualsiasi yōkai e io, prima di cancellarla, l’avrei usata per scriverci un racconto.
È andata a finire che lui, fra un’equazione e un limite, si è impallinato di cultura e lingua giapponese, mentre io, girovagando tra biblioteche e istituti tecnici, sono sprofondato nell’enciclopedia dei fantasmi nipponici e in centinaia di haiku dei Grandi Maestri.
Ne sono uscite tante cose… Una raccolta di racconti in lingua friulana con cui ho vinto il mio primo Premio San Simon, nel 2015 (Soreli jevât a mont); gli spettacoli di letture sceniche che ne sono seguiti; una cinquantina di pastelli a cera, colorati da Emanuela e appesi in tutta casa; la passione per Junji Ito e Shigeru Mizuki; un viaggio profondo tra gli antichi haijin… ma il libro no, non è uscito, benché alla fine avessi per le mani più di una trentina di storie e un progetto piuttosto strutturato.
Tutto è rimasto sospeso, parcheggiato, il tempo è passato, di libri ne ho scritti, ma tutti in lingua friulana, e ho conosciuto altri mostri, senza più aprire questa cartella strapiena di spettri e meraviglie, che ogni tanto ricordavo di possedere e di voler pubblicare. Poco male. Era comunque un progetto migliorabile, ed è stato così.
Ora è migliorato. Si sono aggiunte nuove informazioni sugli yōkai e le storie più deboli hanno trovato altre dimensioni, rientrando in una cornice più solida e definita. Il tempo gli è stato amico. Ed è stato piacevole rivedere ogni cosa dopo averla dimenticata e scegliere di dare una nuova veste al progetto, anzi, due vesti: porpora e turchese. Ma se preferite, pensate i due volumi come ciano e amaranto, celeste e magenta, rosso e blu, fucsia e ceruleo… fate voi, non è poi così importante.
Dividere la mole di pagine in due parti, per gestirle meglio, è stato quasi fisiologico: sulle sponde turchesi si affollano gli spiriti più legati all’aria e all’acqua, agli oggetti inanimati, e magari con un’indole più benevola e giocosa; nelle cavità purpuree si celano le creature focose e terrene, spesso poco raccomandabili, se non addirittura letali.
I racconti, però, sono nati per finire sotto uno sguardo unico, e così sono da considerarsi i volumi, senza un prima o un dopo, senza una separazione. La logica che li pervade sta nell’idea che uno yōkai, non si sa come, sia finito in Italia, in una qualche regione e lì, adattandosi o meno, abbia trovato le sue storie da raccontare.
Quelle che state per leggere sono alcune di queste storie, in un viaggio che ha direzioni diverse. Narrative, innanzitutto, partendo dal fantastico e declinandolo in sfumature d’orrore o fantasia, pur senza sfuggire ai contesti reali e rimanendo in una cornice territoriale che, saltando da regione a regione, descrive l’intera penisola.
Ma se prestate attenzione alle epigrafi, il viaggio diventa poetico, con un piccolo compendio di uno schema lirico tanto breve quanto intenso, soprattutto quando si risale di qualche secolo. Se sprofondate nelle descrizione degli yōkai, invece, troverete spunti che legano il folclore ai nuovi media, siano film, manga o videogiochi.
E c’è spazio anche per dei disegni brutti, ma adatti a completare la storia, regalando una cornice all’immaginazione. Per gli indagatori, infine, sappiate che se vi pare di scorgere delle frasi sbilenche, di un qualche altrove letterario, o il verso di una canzone che conoscete… è proprio così. Bravi.
E anche se è trascorso un decennio, era destino evidente che dovessi cominciare da qui: questo è il mio primo libro… in lingua italiana.
E qui finisce l’introduzione. Ma c’è anche altro da dire, pur senza rubarvi troppo tempo. Qualcosa, per esempio, di questo volume turchese, dove potete trovare le regioni Lombardia, Friuli, Sicilia, Veneto, Valle d’Aosta, Abruzzo, Trentino-Alto Adige, Basilicata, Sardegna e Liguria.
Se vi state chiedendo in base a quale criterio sono stati suddivisi, la risposta è che è stato tutto abbastanza naturale. Sono simmetrici, infatti. E’ bastato dividerli in due, comparando alcune figure, che per la maggior parte si trovava la simmetria: Yuki-onna vs Kitsune; Katsura-otoko vs Kerakera-onna; Nurarihyon vs Ao-andon; Nurikabe vs Tsukumogami… insomma, avete capito. Come le coscienze, funzionano meglio se specchiati. E chi avrà spiriti più fiabeschi e malinconici preferirà probabilmente questo volume, mentre chi è più sanguigno e fumantino preferirà il purpureo.
Ma in entrambi ci sono eccezioni, e non ha senso leggerne uno solo.
Ma si è parlato fin troppo, qui dal turchese, andiamo a dire altre cose là, dal porpora.