ItalYōkai – Volume Porpora

Editore: gelostellato

Anno edizione: 2024

Pagine: 203

ISBN: 9798320045429

ItalYōkai - Volume Porpora: Storie di Yōkai in Italia

Dovrei copiare l’introduzione di Luca, qui dal porpora, visto che introduce il volume Turchese. E perché no? Almeno qualche pezzo, con le opportune modifiche. Eccovela:

Questo è un libro che parla di yōkai.

Se l’avete comprato, è probabile che sappiate già di cosa si tratta, ma forse vi è stato regalato e non ne avete idea, oppure siete capitati qui per decidere se comprarlo o meno. In questo caso, una breve spiegazione è d’obbligo.

Gli yōkai, nella cultura giapponese, sono mostri, demoni, divinità dimenticate, fenomeni paranormali, entità spiritiche, esseri che vivono al confine tra luce e ombra. Insomma, tutto ciò che è strano o incomprensibile può essere definito yōkai. Ne esistono centinaia e, nonostante abbiano origini remote, antiche di secoli, in Giappone sono ancora molto popolari: a essi vengono dedicati film, videogiochi, eventi e spesso compaiono in manga e anime.

Dieci (più o meno) sono i protagonisti di questo Volume Porpora, e sono quasi tutti esseri sanguigni e irruenti, spesso letali. Un’altra decina di yōkai li troverete nel suo volume gemello, quello turchese, e sono più giocosi e vivaci, legati all’aria, all’acqua o agli oggetti inanimati, quasi mai pericolosi.

E adesso che avete una vaga idea del “cosa” c’è nel libro, lasciatemi spendere qualche parola sul “chi, come, quando”, non per forza in quest’ordine. Del resto il “dove” lo scoprirete e il “perché”… non è chiaro neanche a me.

Il progetto nasce addirittura nel 2014, da una collaborazione tra me e Raffaele. Siamo due insegnanti di materie scientifiche, ma presi male con la fantasia e il weird, e all’epoca, a ricreazione, parlavamo del più e del meno. Ci viene una di quelle idee lì, avete presente quali, no? Quelle che… «Ehi, si potrebbe fare questa roba!», «Sì, sì, che figata!» (Nota: Raffaele dice “Che figata!” di quasi tutto). Poi, di solito, con la gente normale, le figate finiscono lì, in attesa di un domani più propizio, che non arriverà mai, come quando progetti di aprire un bar.

Ma con lui non è così. Lui finge di dimenticarsene, invece a queste idee ci si aggrappa e le costringe, prima o poi, anche dopo anni, a diventare realtà. E costringe me a collaborare e reinventarmi scrittore, o per lo meno “strumento di approfondimenti e ispirazioni”.

Non preoccupatevi, le storie non le ho scritte io, ci ha pensato lui, che è uno scrittore vero, e sono tutte, a loro modo, speciali: si è sbizzarrito usando generi diversi, cambiando stile qua e là e sfruttando gli yōkai a volte come protagonisti, a volte come espediente narrativo, dando una personalità a ogni racconto. E se vi sembra di scorgere una frase che vi pare rubata da un libro, o un verso da una canzone… è così. Lo ha fatto.

Ma veniamo all’idea: prendere degli yōkai provenienti dal Giappone e trapiantarli in Italia, uno per regione, cucendo loro addosso una vicenda che ne sfrutti le caratteristiche.

Se non avete familiarità con questi mostri, non preoccupatevi: dopo ogni racconto si spiega ciò che c’è da sapere sullo yōkai utilizzato. Inoltre (sì, mi ha obbligato anche a questo) vi accompagnerò in una breve passeggiata tra i vari film, manga, anime o videogiochi in cui la figura è stata citata.

Fatto. L’intro di Luca è quasi tutta qui. Ma siccome alla fine, è andata a finire che si è detto poco di quello che c’è nei libri, facciamo le cose per bene. Dunque… Un volume contiene dieci racconti ambientati in dieci regioni italiane (in questo porpora trovate Lazio, Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, Campania, Marche, Molise, Calabria, Puglia e Umbria).

Il genere potrebbe essere definito “fantastico” per quanto abbiano senso queste definizioni. Sono comunque racconti che possiamo infilare nella cornice delle “Storie di fantasmi”, che spesso hanno sfumature di horror e quasi sempre un approccio letterario di tipo sociale. Le storie vogliono dire delle cose, oltre che raccontarsi.

Alla fine della storia trovate la descrizione dello yōkai. molto breve, che integra e definisce il racconto. E vi indica anche le apparizioni della creatura tra i media moderni. Ci sono molti haiku celebri, scelti per adattarsi alla storia e allo yōkai. E ci sono citazioni musicali e letterarie da scoprire, nascoste tra le righe. Ci sono anche le illustrazioni, che rappresentano il racconto, e non lo yōkai. E i racconti sono ben scritti, sì.

Sono due volumi imperdibili per chi è appassionato di yōkai e di mostri in generale, per chi ama i racconti brevi, per chi ama le storie di fantasmi, weird e horror, ma anche per chi ama che siano usate per raccontare emozioni e contraddizioni del vivere.

Sono due libri che apprezzerà chi ama i prodotti strutturati e gli easter eggs, e anche chi ama i manga e gli anime. Sono l’eccezione che conferma la regola che impone la bassa qualità per le pubblicazioni indipendenti. Sarebbero un’ottima serie TV di Netflix, da brividi e riflessioni, con qualche effetto speciale e parecchie sorprese, però sono due libri.