Quasi poesie

Dio bestemmia spesso E ha il vizio Del sonno, delle bugie Dell'infilare inverni Nelle primavere. Satana ha carne Stoppacciosa, di nervi Poco inclini alla tenerezza, Ha sempre da parte Una carezza. Non si conoscono, non sanno Dell'esistenza uno Dell'altro E dell'altrove. Abitano in una vecchia casa Colonica, la stessa. I ragazzi hanno segnato I muri con le

Quando vado tu rimani. Nel groviglio delle dita dove sconfitta è l’ombra intrecciata rafia per sapiente mano che per mano si è tenuta. Nel cassetto zeppo e frusto di pensieri, minutaglia baglior cristallo da bacio insano dalle labbra ricomposto. Nell’eco parola franca disegnata serratura su un uscio gentile e chiuso piano dal silenzio

Ti ho fatta a pezzi. Dal tronco, le foglie Hanno divorato l'aria, Sono volate via. Dal seno Il colore si è fatto nebbia E serranda Sui mostri di memoria. Dalle dita, le ragnatele Hanno trattenuto Gli inferni della coscienza E la luce Di un solo fiammifero Ha rischiarato La bugia del tempo. Dal sorriso Si è

Hai provato Ad accompagnare i carpini Con una chitarra classica O col battito Delle mani O del cuore Ma niente si è fatto Danza Niente è stato deciso E dalla matrice Dei tuoi pensieri Non ne abbiamo ricavato che pochi passi, Non ti si poteva moltiplicare Per uno scalare Non eri quadrata E Magia Dormiva sul