Noi che di noi
Siamo di quelli Che mai si perdono eppure Sempre si ritrovano E siedono sullo stesso sasso Ma da fiumi diversi osservano Il solletico delle correnti sulle sponde, Bordi del tempo; I gorghi delle abitudini, L'ombra dei nembi tremare sulla ghiaia Dei fondali. Abbiamo un solo abbraccio Ci rende invisibili; Danza Aggraziata di passi
Nel corpo che avevamo
Mi siedo con la voglia
di cercare parole.
Versarle dal moscow mule
sul retro di un compito
Fiori quadri
Dovresti venire qui
Guidare piano, ascoltando James
Blake o Bon
Iver.
Portare il rum delle occasioni
Gli arredi
Abbracciami
E bastami
Stringi
Succedi
Come succedono le cose
Vieni qui
Vieni qui
Fai l'amore con me
Sulla panchina
Sotto un quarto di luna
Nel tuo cassetto
C’è un corpo
Nel tuo cassetto
[di brividi
Dalle labbra fuoriesca
Spalanchiamo le bocche
E ruotano i capi
Le nuche accompagnate
Dalle dita
Sei tu, eri tu, sei tu
Di tutte le strade, tu Hai scelto questa. Il tacco secco, sul marciapiede gelato, Un colpo di tosse L'attesa di un campanello Che non è suonato. Era bello scegliere la cena, Porgere un fiore al piatto, O al tovagliolo. Inventare un dono Farne sorpresa, abbraccio, rifugio, anfratto. Dare un senso altissimo
Mari senza rive
Vieni qui, A seppellire l'ombelico Nell'ombelico. Vieni a raccogliere le lune E spezzarle, farne semicerchio Sulla schiena. Chinati. Schiaccia la guancia contro l'infinito Sussurragli di beltà e fraintendimenti Schiudi il morso all'impeto Lanciati al galoppo Piega Spalanca Scuoti Prendiamo in mano Questi mari privati delle rive Siano limpidi nidi di gorghi E frattali di conchiglie A confinare Ciò che
Comandamenti
È stato incidendo A piccoli morsi la pergamena Tremante delle labbra. Ho disegnato il volto Coperto dalle mani a coppa Di un desiderio: Gambe e braccia e ali e coda E il dettaglio della barba a sprazzi Incanutita e crespa. Con un polpastrello, Interruttore che non interrompe Ho sciolto i lacci