Vieni qua

Vieni qua

Vieni qua

Adagio, nel solco del polpastrello

Per il solco del polpastrello

E pensa alle acque profonde e ai loro tuffi

Dentro la pelle umida,

Al loro asciugarsi senza sole

Che lascia intorno la sera

Ancora sporca di mucose e sudore.

Viene, qua, senza trattenerti

Ché gli arcipelaghi scontrosi

Del quotidiano

Non siano né lacrime né comandi,

Siediti con le spalle al muro,

Sopra il tremore delle cosce

Guardando il muro

Spingendolo via a palmi aperti.

Piegati, senza sottomissioni e vestiti,

Disegna qualcosa che disegnerò

Ascolta la burrasca di cicale

Sgocciola

Trema

Vai

E vieni qua

Ancora

E ancora.

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