“Symbiosis” di Daniele Bonfanti e Valentina Kay****
Me la prendo comoda. Ma proprio comoda. Nel senso… devo uscire dai gechi a prendere il libro, perché ieri notte, che avrei voluto cominciare a scrivere queste righe, sono tipo morto e risorto, senza manco finire il pink tonic (appena inventato after giro d’Italia), e il libro è ancora là fuori, in area griglia, spero non a rischio pioggia, visto che ha piovuto. Insomma… vado a prenderlo, voi aspettate qua – faccio due cose – e me la prendo comoda. Ma torno subito.
Eccomi. L’ho preso. Symbiosis, il librettino elegante di DanieleBonfanti e ValentinaKay (si, tuttaccati per chiccheria, chiaro). E me la sono presa comoda per davvero. Ho buttato un po’ di plastica e vetro, bagnato l’ortensia e i peperoncini. Il libro era asciutto. E anche se avesse preso la pioggia… ora che ci penso, capirai che problema. Come potete vedere da questa foto qua sotto, mentre il libro dialoga con uno dei tanti miei equilibri da fiume, è già un po’ increspato. E perché? Ovvio… mi è caduto in acqua. Non questa volta qui, della foto, giorno in cui l’ho finito, ma una settimana prima, sempre qui, a Vedronza, sul torrente Vedronza, dove ho pensato bene di lasciar scivolare la borsa frigo con tutto quello che c’era dentro e il libro l’ho salvato, ma mi sono giocato le cuffie bluetooth, che adesso devo ricomprare. Insomma… diciamo che ho letteralmente battezzato questo Primo episodio di quello che si preannuncia un ciclo pieno di… tutto!.
Resta, in ogni caso, sempre perché ho detto che me la prendo comoda, che ho letto questo Symbiosis in un posto molto bello, fra un rock balance e l’altro e mi sono tenuto queste foto solo per bullarmi. Okay… Daniele e Valentina stanno in posti più belli, ma del resto, se vuoi scrivere cose vulcaniche, devi stare su un’isola vulcanica, e Lanzarote gli si addice, a quei due. Ma dovevo parlare del libro, sì. Non dei posti. Dunque. Da dove cominciare… Beh, non so. Ci sono un sacco di cose, da dire. Anche se il libro è meno di cento pagine. Una novella, ma forse meglio dire un racconto lungo. O meglio, se gli autori lo chiamano Episodio, chi sono io per rinnegare il termine. Dunque, dicevo, c’è un un fottio di cose da dire, di questo primo episodio. Ma vedrò di essere breve…. Ma no, che cazzo dico, sarò prolisso quanto mi pare, come sempre, e fottetevi tutti. Ma intanto, vado a dare i lupini sbriciolati al kumquat. Mi sono ricordato adesso che volevo farlo e non l’ho ancora.
Fatto.
Allora. SYMBIOSIS è in inglese, e vi ricordate tipo in quel periodo che i gruppi musicali avevano smesso di definirsi band e si definivano progetto? Ecco, Symbiosis è un progetto. Solo che è un progetto davvero, nel senso di una linea tracciata per continuare, per svilupparsi, magari attorcigliarsi, non so, vedremo, ma resta che è un qualcosa che andrà avanti ed è inserito in “Bee Lab“, ovvero qualcosa che avrà la tendenza ad allargarsi. Per ora ci trovate Urlan, the cosmic cat, e un po’ di info che raccontano di Lanzarote. E di Urlan vi ho già parlato e sapete quanto mi sia piaciuta l’idea e l’esecuzione, visto che ve l’ho consigliato a tutti durante il sabotaggio di ItalYokai, porpora e turchese.
Ah, non c’entra un cats, ma avete mai sentito questo live di Daniela Pes con Carme e Illa sera? Io dico che è tra le migliori cose live del 2024. Ascoltatela. Poi però tornerò ad ascoltare i National, in fremebonda attesa del concerto di domenica. In ogni caso, nè Daniela Pes, né i National sono una buona colonna sonora per l’avventura contenuta in Symbiosis. Anzi… vi trovo io una buona colonna sonora…
Eccola! Four tet. Lui. E direi proprio Planet. Perfetta. Questo è il clima delle parti centrali pre caos di Symbiosis. E adesso che abbiamo la colonna sonora… la smetto di gironzolare come un’ape e dico quello che.
Vi piacciono i pirati? Quelli tipo capitan Harlock, per dire.
E vi piacciono gli zombi? Quelli tipo classico, per dire.
E i guardiani della galassia? Vi piacciono? Groot, soprattutto.
Predator? Bello eh…
E le astronavi? I pianeti misteriosi? I cyborg? E le api? E le innovazioni biotecnologiche? E i mondi possibili?
Insomma… Se vi piacerebbe che vi creassero un mondo con dentro tutte queste cose che vi piacciono, ecco… Poiesis è quel mondo, e la prima avventura, Symbiosis, è imperdibile. In pratica, nella miseria di 75 pagine, Daniele e Valentina hanno infilato almeno un ventina di classici cliché, rivisitati. Gli zombi per lo sparatutto, la creatura mutaforma meravigliosa, il pianeta misterioso, l’eroe strafottente, la figa che ammazza di tutto, il protagonista sarcastico (e decisamente innovativo), il villain misterioso che poi forse non lo è, l’ironica spalla (Lorenzo, we love you), il modello cyborg terminator, le teorie inverosimili ma affascinantissime… Insomma, inutile procedere. C’è tutto quello che un’avventura horrorfantascientifica vorrebbe avere ma che non sempre può avere.
Ora… voi potreste anche pensare che non è vero, che non è possibile rivisitare tutto, e ovviamente, non si può innovare ovunque. Ma in alcune di queste scelte, l’idea di fondo è stata talmente rielaborata da risultare vincente e aprirsi a ventaglio, lungo la narrazione. Ve ne dico une per tutte: il protagonista sprezzante del pericolo, coraggioso, valoroso, un po’ guascone, ironico, nonché il capo. Come ve lo immaginate? Ecco… è un’ape. Sì, un’ape. Che dà gli ordini, combatte, uccide... Come? Avete mai visto un’ape sola? O meglio, avete mai pensato che un’ape viva da sola? No, ovvio. Le api. Le api vivono in sciami. Sono tante. Sono tantissime. E ora ci potete arrivare da soli a come si muove la nostra protagonista. E pensate a che scenari vi si aprono, immaginando sciami e entità composte da migliaia di corpi ma che pensano come uno solo, Petra. E il secondo personaggio con cui si apre a possibilità infinite di narrazione è Wyk, una pianta che si allontana completamente dalle nostre pretese di antropomorfismo. Wyk è un’altra cosa. E sia Petra, sia Wyk sono ampiamente superiori a noi esseri umani, compresi i due che fanno parte dell’avventura, Nox e Velasquez, caracthers decisamente riusciti.
Ma adesso io mi faccio la caipirina eh, ché sono entrato in trip Four tet e voglio fare una pausa.
Fatta pure questa.
Ma non avevo molto altro da dire.
Una cosa da dire è che questo libro non è ancora uscito. Cioè… diciamo che se andate sul sito degli autori trovate scritto “coming soon” ma… se lo volete comprare, si combina già. E io lo comprerei. Tanto lo beccate pure in ebook, se vi va. O per lo meno iscrivetevi a Bee lab.
Una cosa però riguarda l’inglese. Non è sempre easy. Io all’inizio ho faticato, e mi ero anche preso bene e stavo cercando di capire tutto. Vero, è da un po’ che non leggo in inglese, ma non penso sia solo per quello. Anyway, poi mi sono rotto il cazzo di usare wordreference e sono andato via come sempre, a leggere e basta. La parte in cui si spiega Poiesis, ovviamente, e tutta l’idea di creare mondo con un superamento a destra delle intelligenza altre, ecco… è difficile. Però la storia me la sono goduta lo stesso, l’ironia in mezzo all’horror anche, i juicy zombi alla grande e wyk ancora di più. (Lorenzo però…)
Ma queste cose le capirete solo leggendolo, ed entrando in symbiosis col mondo dove le api sono la razza più sviluppata e non hanno le emorroidi.