Una raccolta di Metallo Pe(n)sante
Stavolta ci sono! Nel senso, vi dico la cosa coi tempi giusti, precisi, appena l’ho saputa. Cioè ieri. E oggi ve la dico.
E’ una cosa simpratica, per me. Nel senso, di quelle che entrano nel novero del “faccio cose vedo gente” tipico di noi iperattivi del cazzo, che quando hanno una lista di cose da fare, di cui alcune importanti o anche anche, addirittura, vitali, ecco… cominciano a farne un’altra, una di quelle che non c’entrano niente, che sono arrivate in quel momento, e che boh… ho cominciato a farla. l’ho fatta.
Allora, non ricordo quando, credo fosse estate, la scorsa, alle mie prime settimana di libertà nella strada del triionfo che è diventata la vita. Dunque mi scrive Enrico Teodorani, e io, la prima cosa che ho pensato, ovviamente, è stata. Chi cazzo è Enrico Teodorani… cioè, il nome mi suona, ma boh, che ne so… poi non è che mi sono risposto, eh, a questa domanda. So che ci saremo incrociati, da qualche parte, su qualche forum, tipo zona Scheletri LTN o Cthlhu solo sa… e di certo sarà stato un amico di blog, quando ancora era un blog seguito ecc. Vabbè, quel che è. Insomma… Mi chiede, oh, sto facendo una raccolta di racconti in omaggio alla mia vecchia band, i Metallo Pe(n)sante. Non si vince niente, manco una copia omaggio o un plettro di zucchero o una corda di chitarra per impiccarti, ma se vuoi puoi regalarmi un racconto. E deve anche essere in prima persona, parlare della band o dintorni ecc ecc.
Okay… gli dico, te sei fuori, comunque guarda, lascio li la mail, sai mai nei prossimi giorni o settimane che mi venga vogllia di. Più no che si, certo, penso. Ma intanto, gli dico, mandami della musica. Per ispirarmi, ché io non che faccio colazione a caffellatte e Mastodon. E lui mi dice, eh, no, niente musica, non abbiamo inciso nulla che tu possa spotifaiare, il demotape si è perso nel borsello chiaraferragni di Satana ecc ma… ti posso dare cinque gruppi che sono state le nostre influenze. Ispirati con questi. Ah! cazzo… ho qui la mail della conversazione. Ve le copincollo, ci metto un attimo.
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BLACK SABBATH – BLACK SABBATH – il primo album omonimo dei Black Sabbath è stata la nostra Bibbia e all’inizio, quando non avevamo pezzi nostri, dal vivo facevamo le cover di molti pezzi di questo album (“Warning” l’abbiamo mantenuta nei nostri concerti fino alla fine)
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VENOM – WELCOME TO HELL – la nostra band era molto a metà fra il “darksound” dei primi Black Sabbath e la brutalità dei primi Venom, ma con in più in sassofono contralto che faceva assoli jazz; di questo album abbiamo fatto per molto tempo la cover di “In league with Satan” (te la devi immaginare con in più un sax)
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BLACK WIDOW – SACRIFICE – il primo album dei Black Widow è stata un’altra delle nostre influenze, soprattutto per le contaminazioni jazz di sax e flauto; per un breve periodo dal vivo abbiamo fatto la cover di “Come to the sabbat”
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MERCYFUL FATE – MELISSA – il primo album dei Mercyful Fate ci ha influenzato più nello spirito che nell’impianto musicale in sé, però nel repertorio avevamo la cover di “Into the coven” (ma con un arrangiamento molto diverso; alla voce non c’ero io ma Francesca, che la cantava come fosse un brano di bossa nova)
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DEATH SS – THE STORY OF DEATH SS 1977-1984 – eravamo debitori dei primi Death SS non solo a livello musicale, ma anche di messa in scena, visto che Francesca si esibiva dal vivo con un costume da vampira con mantello
E insomma, mi sono ascoltato tutto, più o meno, credo la notte stessa, boh, e alla fine ho scritto la cosa. Di brutto, proprio. Tipo il giorno dopo, na roba così, ma che mi pareva una bella storia di concerto black metal. Mettendoci dentro, credo di ricordare, pure una cosa di fantastico a tema fumetto, visto che Enrico è del campo. Insomma… Alla fine glielo mando e gli faccio, oh fai te, è uscita ‘sta cosa, se vuoi tienila buttala salca’. Fai te. A lui piace, la tiene. Allora gliela edito e gliela mando dicendogli Avverti se va in porto la cosa. Ben, tipo che ne so, un mese dopo, mi riscrive, Ah, sai, se vuoi si può partecipare anche con due raccconti. Eccheca, mi dico. Vabbè, anche no. Ma poi il solito problema e credo tipo in pochi giorni è uscito un altro racconto. Non chiedetemi com’era, ma era una roba un po’ surreale e divertente. fuori di testa. Bene. Avete capito, insomma.
Alla fine la raccolta METALLO PE(N)SANTE è uscita, per i tipi delle Edizioni Scudo, la trovate qua, a 7,68euri, in versione cartacea, o la trovate anche in digi, a tre euri in meno. Non so cosa ci possa essere dentro ma due racconti sono sicuro che sono belli eh. 😛 Se dovete comprare cose in amazonia, siete dei metallari nell’anima e vi va di ficcarla dentro, ficcatela. Quando la leggo vi saprò dire anche cosa c’è dentro, compre le mie due storie, che proprio non mi ricordo.
Mi sembra bene, dai. Ho fatto lo scrittore che parla sul suo sito delle cose di scrittore che fa. Okay… potevo essere più professional, ma professional lo sarò da morto. Chiudo lasciandovi l’estratto della descrizione, per i pigri che non hanno le forze di cliccare i link.
Alla prossima.
Ah, no. Altra cosa. Avrò novità. Presto. Grosse novità. Iscrivetevi alla mailing list, qua in basso, a fondo pagina, se volete diventare…. Sabotatori di Algoritmi.
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Il curatore di questa antologia, insieme ad altri musicisti, nel 1990 fondò un band hard rock dal nome: Metallo Pe(n)sante. Esperienza conclusasi pochi anni dopo per la prematura scomparsa di uno dei suoi membri.
Ora Teodorani chiama a raccolta alcuni scrittori e celebra quel periodo con una serie di racconti il cui compito è descrivere ciò che accadeva tutt’intorno a quei memorabili concerti. Che sia ricordo nostalgico o mera fantasia una cosa è certa… ciò che accadeva era orrorifico.
Con racconti di Renzo Maltoni, Umberto Pasqui, Marco Salvario, Raffaele Serafini, Federica Gaspari, Marco Bertoli, Graziano Sardiello, Vittorio Pifferi, Diego Cocco, Fabio Degan, Paolo Sattin. Postfazione di Giuseppe Acciaro.
Enrico Teodorani è nato a Forlì, ma residente a Cesena fin dalla nascita, nella seconda metà degli anni ottanta, giovanissimo, inizia a muovere i primi passi nel mondo del fumetto, approdando poi alla pubblicazione professionale sui fumetti per adulti “Squalo” (Edifumetto). Nella seconda metà degli anni novanta crea quello che diventerà il suo personaggio più famoso, la sexy-pistolera western Djustine. Nel decennio successivo comincia a lavorare come sceneggiatore anche per gli Stati Uniti. Fra il 2010 e il 2011 decide di abbandonare il fumetto, riprendendo a scrivere solo nel 2013, ma stavolta dedicandosi alla narrativa, con una predilezione per i racconti ambientati nella Romagna rurale del secolo scorso. Nel 2014 pubblica il suo primo romanzo, “Nero Romagnolo”, e una sua raccolta di racconti, “Romagna a mano armata”, entrambi con la EF Libri, che l’anno successivo pubblica un’altra sua raccolta di racconti intitolata “Incubi rurali”. Sempre per la EF Libri cura due antologie di racconti noir di autori italiani, “Ventidue Pallottole” e “Note in nero”, e una di racconti horror ispirati alle opere di H. P. Lovecraft, “I Figli di Cthulhu”. Suoi racconti e poesie sono apparsi in moltissime antologie. Per Edizioni Scudo le sue antologie “Gotico romagnolo”, “Durin”.