Grappa loves haiku

Grappa loves haiku

Come al solito, ogni tanto faccio cose. Cose da scrittore, dico. E poi dopo che le ho fatte arrivo qua e mi dico, Ehi, e che cazzo, cosa mi sono fatto fare un sito da scrittore se poi quando faccio le cose da scrittore non le scrivo sul sito. Boh… fondamentalmente la risposta è che non me ne frega un cazzo, e ogni volta c’è quel momento in cui vorrei il doppelganger da mandare a queste cose che faccio.

Poi mi ricordo che io i doppelganger li ho dentro, e a posto così. Tutto funziona. Ma veniamo alle cose…

Anche perché ci sono delle eccezioni. Una di queste è il concorso Amore ti scrivo, uno scritto d’amore, di cui già vi parlai l’anno scorso, no aspè, due anni fa, nel 2022, l’ultima premiazione con mio papà vivo, a San Daniele, in un caldo modalità subsahariana e vittoria di quadro ora appeso e col senno di poi molto molto bello. Insomma… quel che è. Quest’anno stavo per non partecipare. Sapete, i  mostri, le cose da fare, i doppelganger… ma poi uno haiku e una poesia li ho mandati. In friulano. Ormai in quella lingua scrivo solo le poesie e gli haiku, purtroppo. (purtroppo per la lingua, ovviamente). Anyway… vi ricordate l’anno scorso cosa volevo vincere? LA GRAPPA. Ammetto che l’edizione di Pasolini era un valore aggiunto.

E quest’anno indovinate quest’anno? Ho vinto la grappa!!! YEEEEE! Ho vinto con lo haiku.  Eccola qua. Bellissima. Firmata Attersee, un autore austriaco che fa molte cose belle. E pure nel mio stile. E lo trovo un buon segno. Nel senso che in questi mesi li ho ripresi in mano, sto anche studiando un po’ di giapponese. E mi sono ricordato che ne ho letti migliaia, li ho riscritti. E mi rendo conto anche di quanto sia lontano quel modo espressivo nipponico dove le sillabe sono regno e divinità, rispetto al nostro, dove le sillabe sono traccia e possibilità. Ma non voglio tediarvi con le mie elucubrazioni mentali. Vi posso dire che sabato c’era la premiazione, a Morsano (des ocjis) e sapevo d’essere premiato, ma non sapevo con che cose. STavolta, dopo averli visti, e soprattutto dopo aver visto la vernice di Roberto (De Cevraja) volevo fortemente vincere un quadro. Quelli là, con le figure umane, maschili e femminili e guerriere, che mi piacciono parrecchio. E vi dico anche che me lo dipingerò, uno così. Dipingo ogni settimana di questi tempi. E insomma… facciamola breve. L’haiku d’amore con le rughe è piaciuto. Era bello. Piaceva anche a me. Nasceva da una pozzangera in una giornata di freddo. Ho sempre pensato che il ghiaccio regalasse rughe alle pozzanghere, mentre in forma liquida sono pronte per i brividi. Ma di nuovo, sto divagando… è un mio talento. Come dici, tu laggiù, con le tette piccole? Smetti di divagare coglione e facci leggere stocats di haiku che ha vinto? Okay… Eccolo! (con traduzione, of course.

Grispis cence timp

O sin glaç ‘tune poce:

La Vierte e rivarà

 

Trad: Rughe senza tempo/ siamo ghiaccio in una pozzanghera/ primavera arriverà.

E insomma… bene. Poi avevo anche la poesia, ma quella ve la metto in un altro post, ché secondo me merita e ve la regalo volentieri. Una di quelle che si può togliere la parola “quasi”. Ma vi devo raccontare anche altre cose divertenti. Una è questa. Sapevo che aveva partecipato anche il mio amico Michele, gli avevo corretto la grafia, e bon, quando mi è arrivato l’invito l’ho chiamato per sapere se. A lui niente, bon, amen okay. Peccato. Poi cosa accade, accade che alla premiazione il secondo haiku segnalato è… il suo! E insomma. Prima l’ho insultato dicendogli, Oh, coiote, ma la guardi la cassetta della posta! E poi però mi sono ricordato che a me erano arrivati due inviti. Non so perché, un disguido, boh… capita. Ecco… ho ragionato sul fatto che eravamo uno dietro l’altro, nell’elenco, e mi sa che mi sono beccato per errore io il suo coso. Vabbè. Pace, gli ho ritirato la sua mini grappa e senza manco chiedergli il permesso, tanto mica legge ‘sto sito, vi pubblico pure il suo, preso direttamente dall’antologia del concorso, arrivato oramai alla sua undicesima edizione.

 

Eccolo qua:

Sote de glace
Slusivin i pierçolârs.
Io e te, butui.

 

Trad. Sotto il ghiaccio/ brillava il pescheto/ Io e te, germogli. di Michele Londero.

Che altro dire? Ah si, sempre per gli haiku, con uno con il kigo primaverile, c’era anche Furlani, di Bugnins, che almeno so che è ancora vivo, visto che il blog non ha aggiurnamenti da un bel po’. Spero ci metta l’haiku, così lo leggete pure voi. Anzi, ora gli scrivo e gli dico di mettercelo.

Vi ricordo anche della mostra, già che ci sono, se siete dalle parti basse del Friuli fateci un salto. Ma non chiedetemi orari e cose che nulla trovai. Vabbè… torno agli haiku, tra l’altro. Che ce n’è uno che mi fa impazzire e non riesco a trovare. E in ogni caso, ho capito, Haiku loves grappa. 

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