“300 parole per un incubo” di AAVV***

“300 parole per un incubo” di AAVV***

Sì, lo so, quella cosa là ch eho scritto nel titolo, AAVV, non si usa più e mi è sempre stata sul cats ancammè, ma oramai è in tutto il sito e ve la tenete. Anche perché mi trovate di buona vena, visto che mi sono reso conto di una cosa del natale che mi piace. L’unica, per altro.

Mi piace vedere il riflesso delle luci colorate dell’albero fuori dalla porta di casa, attraverso il vetro smerigliato, che lampeggiano in quel modo molto mdma, irregolari e pazze. Ecco. E’ una cosa bella del natale. Cosa c’entra col libro di Scheletri? C’entra. C’entra perché la notizia, tanto per cominciare, è che ho vinto il Trecento parole. E qui, tra quelli che leggono, solo gente come Gabriel, Simone, Gigi, Valchiria… insomma, quelli là, quelli della setta dei bambini di gelo, possono capire che figata è vincere il trecento parole. Se volete ve lo posso anche spiegare. O provarci, almeno.

Allora, credo fosse tipo il 2003, o qualcosa di simile. Anzi, ve lo dico con precisione. Vado un attimo nella cartellina dei racconti e vedo. Visto. Era il 2004 con il secondo racconto, e quindi poteva anche essere il 2003 con il primo, che si chiamava “Ricerca di scienze“. Vent’anni fa, insomma. Si era giovani, in forma, fighi, e il mondo era diverso e internet era appena arrivato. Ed c’era il 300 parole (vedo ora che nel 2003 si era alla seconda edizione.) e insomma… era figo scrivere un racconto e vederlo pubblicato, ed era figo il forum, dove si chiacchierava, si discuteva, si organizzavano le sfide di racconti… e insomma. Ce ne ho passato del tempo, su scheletri.com. E poi ero anche diventato bravo, e insomma… pure mi piazzavo bene nei concorsi di Scheletri. Anzi, ho visto che sono ancora super primo nell’albo d’oro. Vabbè… ma questo spiega perché scheletri è unpiezzecore, ma non spiega perché vincere il trecento è una figata.

Il fatto è che i raccontini horror sono una cosa strana. E se li scrivi sofisticati, o poetici, o densi… non vinci mai un cats. Al giurato horror medio piace l’horror immediato, un po’ splatteroso, anche se non originalissimo. Meglio se con pochi fronzoli emotivi e finezze stilistiche. E non è un male, eh. Solo che sotto questa etichetta ci vanno un sacco di racconti e quindi, il fatto di vincere, è una sorta di terrificante, improvvisa, meravigliosa…. botta di culo! 

E io avevo già vinto con questo qua, bel pezzo. Ma di certo non pensavo di. E mi pare anche con questo, migliore. Mi piaceva molto, ma era infatti di quella categoria là, che si diceva. E poi c’è stata questa cosa, delle bancarelle, che ancora ci ridiamo sopra. E poi insomma… io partecipo sempre, ma lo faccio per il piacere di dare un contributo, e so, che anche se mando bei pezzi, non sono quelli che piaceranno. Tipo gli ultimi due secondo me erano fighi, ma inadatti, ma lo sapevo già. Amore e Metastasi, si chiamavano.

Insomma… avrete capito che sono molto contento di. O almeno avrete intuito il perché. La cosa meritava di dilungarsi un po’. E adesso posso parlarvi del libro. Anzi no. Fottetevi… vado a fare la doccia che puzzo di cagnone ché ho spaccato legna stato a far corsa dipinto un muro fatto un albero di natale nuovo e del libro vi parlo dopo in accappatoio e birra, ché sarò più rilassato. Intanto metto il disco dei Karma a manetta, e anche qui c’è un perché.

Eccomi… Cera la Ma.ma in offerta, la ipa, e ora bevo quella. Questi qua sopra, invece, sono alcuni dei disegni di Alessandro Balestra, curatore della raccolta e webmaster di scheletri, che trovate nel libro, uno per racconto, 37 racconti, 37 disegni. Ma io vi stavo dicendo dei Karma. I Karma che pure loro dopo quasi trentanni son tornato con il terzo disco, ed è un discone, galattico. E giovedì, il giovedì sera della proclamazione del vincitore in diretta ig, c’era il concerto a PN e allora okay, ero al concerto. Poi ritorno e mentre guido vede degli insulti che mi dicono di guardare la diretta, e io e michele, beviamo una birra, e questa diretta non finisce mai… e insomma… poi finisce che mica sono piazzato, sono primo. Dopo un sacco di anni ho vinto il 300 parole per un incubo, di nuovo. (E senza copiare il racconto, come fa quella merda del vampiro)

Inchinatevi tutti! Sì… anche tu Chtulhu, laggiù dietro la colonna, che fingi indifferenza.

Vabbè… Poi vi racconto l’altra figata. Allora… quando li ho scritti, i racconti, ne ho scritti un po’. Non ci metto granchè, in una notte. Alcuni li ho pensati prima. Altri li buttò giù al volo. Poi vedo cosa mandare. Tipo quella notte facevo così, mandavo un messaggio accazzo a qualcuno e chiedevo, Ehi giuli, dimmi una tua paura. E scrivevo. Okay, ne hai un’altra. E scrivevo. Ehi giorgia, dimmi una tua paura. E scrivevo. Ecc…Insomma… alla fine ne avevo scelti tre. Uno secondo me era buono buono. Volevo scrivere un racconto di zombi, dissacrante, orrifico ma anche cinico, che disegnasse in poche righe uno scenario post apocalittico, e siccome mi piace farmi la vita difficile, volevo farlo in seconda persona. E ce l’ho fatta. Secondo me è un pezzone. Il generatore, omaggio a ballard, tra l’altro. Poi il secondo che mi piaceva, ho scoperto che il premio zombi era per i racconti di horror erotico e ho scritto Tu non sai. Una prima persona ambientata di nuovo in una ecatombe zombi con una black box di cui mi sono bello che fregato. Splatter, questo. E anche questo non era male. Poi, il terzo, ho messo li uno di infetti, non proprio zombi, ma dove si sviluppava il solito, ritrito archetipo, del… ah no, non ve lo dico, sennò vi spoilero il racconto. Insomma… era un racconto col finale sorpresone. Devo scegliere quale mandare e già che ci sono li mando a Emanuela, e le faccio, oh leggi, secondo te quale dei tre mando. E lei dice che Il generatore è fighissimo, quindi non mandarlo e manda il terzo che piacerà di più. 

Okay… come al solito faccio di testa mia, e vado sul sito per mandare il generatore, e cosa scopro? Che si può mandare tre racconti! BUM! Li mando tutti e tre. Ovviamente con quale racconto ho vinto? Sepolti, che era il terzo. Però la figata è che anche Il generatore e Tu non sai sono in questa raccolta, e son contento, dai. Li ho pure riletti, perché non mi ricordavo di cosa parlassero, e son venuti bene. 

E insomma… alla fine succede che: Alessandro, grazie ad Amazon che in fatto di publishing è una gran figata, ha già pubblicato la mini raccolta che vede là e che potete acquistare qua. Ah, io ne ho comprate due copie, se ne volete una e abitate da queste parti, ve la regalo in cambio di una buona bottiglia di rosso da bere insieme. L’ho comprata per affetto.

Vi posso dire che oh, non cagate il cazzo, è una raccolta di racconti di scrittori scazzati pieni di entusiasmo e voglia di scrivere, non molta malizia, e il piacere di fare una cosa bella. Alcuni racconti vi piaceranno, altri non vi rimarranno, ma è una raccolta onesta, i disegni di Alessandro ci stanno bene, e alcuni racconti, a me son piaciuti. Vi dico quali, tanto per.

Allora, quello di Gabriel, figo, Domani, quando li leggevo non leggevo i nomi e questo ho detto, però carino. Ed era il suo. Poi quello di Giorgia Gallerio, un pezzone, Talassofobia, vorrei averlo scritto io. Poi mi è piaciuto Il mangiatore, di Simone Cicali, grande idea… si poteva fare anche di più. Buon pezzo davvero. Non era male Immagine riflessa, di Giuliano Cannoletta. Poi… ah, sì, si poteva fare molto meglio con Fratelli perduti, titolo spoiler, ma idea non malvagia, di Simone Pancotti, e invece un altro buon pezzo era, ma non è certo un nome nuovo, di Diego Cocco, col titolo un po’ troppo giocoso, ma bello, costruito bene, Al nonno piacciono le fragole. E poi anche il classicone Sotto pelle, di Olga Gnecchi.

Alla fine, non ce n’è nessuno che mi abbia fatto dire. Bah,.e ho letto tutto volentieri, Li leggete meno di due orette eh, so’ raccontnini. Bene. E il libro è carino, per quello che deve essere insomma. Ne trovati anche altri simili, magari ne piglio un paio alla prossima. Tipo marika e danilo, va. E potrei anche scrivergli qualcosa da pubblicare… Alessandro, se stati leggendo chiedimelo, ché io mi dimentico. Quindi… basta. Il disco dei Karma è finito, Ophelia è un pezzone, la birra è finita, e io ho altre cose da fare. Parecchie.

Ah proposito, scrivete in friulano? Sto organizzando una gara annuale di racconti. 

Avete degli stramaledetti simpaticissimi bambini o vi piacciono le storie a tema lupi e abitate da queste parti? Sto mettendo in piedi uno spettacolo per bambini poco natalizio, venerdì 29 dicembre.

E adesso siccome è venuto un post chilometrico vi metto un disegno inutile, qui in fondo, così, per ispirarvi.

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