Meno una lama
Luna cenere Strida di pioppo Sulla carne arata Sullo squarcio dei fossi Sulle ombre dei grandi pali Della corrente A braccia larghe A domanre L'ultimo mais Sull'asfalto annerito Da una pioggia pavida. Ma luna cenere Veneri Anche l'ombra figlia Tua. Non ti specchi mai Vanitosa Nel vetro infranto Ma per viltà O sciatteria Fra lo stipite E le crepe del silicone Incastri
Lune cinise
Lune cinise
Parsore fros e fossâl
Pedale il frut
Luna cenere
Luna cenere
Su arbusti e fossi
Pedala l'ombra.
Nel crepaccio
Stacchi
L’ombra dal passo
E una teoria
Di voglie dalla curva
“A zero g” di Stefano Moratto***
Dovevo parlarvi di questo libro parecchio tempo fa. L'ho letto a giugno, credo. In pdf, in parte sul cellulare, mentre facevo le notti a Codroipo, in RSA, e in parte dal PC, senza faticare come una bestia per vedere. E voi
Cose spiegate bene – Voltiamo decisamente pagina
Stavolta voglio essere sul pezzo. Ma proprio sul pezzo preciso eh. E allora mollo tutto, e anche se mi avanzano un paio di articoli finali da leggere uso questi tre quarti d'ora prima di mezzanotte per parlarvi di COSE, la
Grave
In grave
Bessôl
Un cjan
Al baie lontan
SloFest… e Zaraton par sloven e talian
E je stade pardabon une biele serade, chê di joibe stade, a Gurize, tant che apontament di vierzidure dal SloFest di Triest. Cetant biele che al vâl la pene scrivi cualchi rie, juste par cjalâ une realtât diferente, intai inmaneâ