“Creature” di Shaun Tan****
Sto facendo cose inutili, galleggiando. Non scrivo, non leggo, non ho modo di creare nulla, ma dentro le cose inutili, come in tutti i periodi oscuri, si cerca di sopravvivere. Così, pian piano, salvo qualcosa, un giorno sì e quattro no, ma meglio che niente. E una tra le cose che salvo, sto salvando, è questo libro. Questo libro, per me, comincia a Roma, da Michela. Roma, che volevo vedere, e Michela mi ospitava. Lei e i suoi ratti. E le ho chiesto, la prima sera, dammi qualcosa da leggere. Ed erano tanti anni fa, e lei mi dice, ma li leggi i graphic novel, e boh, appunto, ero stupido, non li leggevo, e lei mi dice qualcosa tipo, “Poco importa se li leggi, quello che ti do sarà il più bello che tu abbia mai letto”. E aveva ragione.
Il libro era l’Approdo, di Shaun Tan, un nome così esotico, e invece lui è australiano. E insomma, io lessi quella prima notte romana Shaun Tan e anche adesso, che L’approdo l’ho regalato, e so che cos’è, e che le graphic le leggo e anzi, pure posso dire di averne sceneggiata una, ecco, continuo a pensare che Michi avesse ragione, e che quella là, di Shaun Tan, era una tra le più belle. E quando qualcuno fa una cosa simile si guadagna il credito eterno. Tipo che ne so, Sendak con i suoi mostri selvaggi, o Zero con le sue cose, o insomma dai, avete capito… quelle cose là che poi ti senti in debito per sempre.
E allora è capitato, nella feltrinelli di Milano, in stazione, immensa, che in mezzo a una paccata di junji ito ho trovato pure questo tomo qua, di Shaun Tan che però non è una storia sua, ma una roba celebrativa, e allora come è buona cosa fare quando vuoi leggere qualcosa ma non sei giustififcato a comprartela perché è puro marketing… la si regala, e io l’ho regalata a giorgia e ora me la sto leggendo. O meglio, guardando, visto che al 90% sono disegni. E il resto sono riflessioni di Shaun, che si racconta, molto semplice, e okay… son belle, ma è bella soprattutto la mole di matite che vi piove addosso. Ti fa venire voglia di disegnare, è inutile, di prendere in mano matite o pennarelli, spray o penna, e mi ha ricordato che era bello il mondo quando andavo al black staff a perdere tempo con la birra e un notes, in solitudine, a disegnare.
Ma tornando a Creature, anzi no, mi faccio del cibo, perchê sono al secondo black russian e ci stanno due uova della mezzanotte, che poi, tipo queste due uova, basta metterci qualcosa a far da occhio, ed eccola una creatura, un qualcosa di vivo, fantasioso, che viene da un altro mondo ma che è comunque il nostro mondo. Perché sono più o meno così queste creature, un mix, un ribaltamento, un’idea che viene disegnando e non pensata prima. E così, a sfogliare, trovate che ne so… La madre cosa, il geco a olio di bacche, il trovafagioli, il celacanto e figlia (là sopra), il disco galante per anatre del 1983… e insomma, decine e decine di cose simili. Tipo a me adesso servirebbe un leccapiatto, perché mi stressa alzami a prendere del pane, però il rosso delle uova s’è diluito e non posso lasciarlo lì, e nemmeno mi va d’alzarmi e insomma… un leccapiatto sarebbe l’ideale. Anzi, ora lo disegno! Fatto. Brutterrimo, ma potrebbe tornare utile, se esistesse. Anyway, dov’ero rimasto? Ah, sì. Al credito. Cioè no. Ma voglio dire del credito. Tipo che sto spostando musica, e tipo che domani c’è Capovilla a buja e io non lo sapevo ed è tutto over emmerda, ma pensavo oggi al teatro degli orrori, a Elvis, all’armata delle tenebre. Pensavamo, quella volta là, io e Elvis, che la canzone di Tom era una colonna sonora giusta, per salutare. E oggi l’ho riascoltata un po’ e c’è quella cosa del credito, che a pp, nonostante le sue ubriachezze e tormenti, gliela dobbiamo. La canzone di Tom ci manda in credito eterno. Chi sa, capirà. E quindi anche lui finisce là, il Capovilla, nel credito. E anche sulla musica che sto spostando, da un pc all’altro, roba vecchia, e ritrovo vecchi dischi di persone che prima e dopo non esistono, per me, ma esistono solo per quel momento. Tipo adesso mi è cascato l’occhio su Notti guai e libertà, che credo sia l’ultimo lavoro decente di patty, e diocristo, mi son ricordato del max, e dei whisky, e di quanto quel disco era bello, e si è guadagnato il credito eterno. Quando a qualcuno pensi (non dici, ma pensi) ecco tu mi hai dato questa cosa, e adesso puoi fare tutte le stronzate che vuoi, da qui all’eternità, ma avendomi regalato questa cosa non andrai mai in pari. Bello no? Secondo me uno non dovrebbe pensare di creare capolavori o meraviglie, ma crediti eterni... non è poi così facile, okay, però è bello. E non serve nemmeno essere artisti.
E mi veniva in mente questa cosa del credito, comunque, sempre per colpa di Shaun, che ci racconta dei suoi crediti, tipo i disegni del serpente arcobaleno, che è una leggenda australiana, e dei disegni di un tale, nonmicagateilcaz col nome, cercatevelo, che lo ha disegnato e a lui è rimasto… insomma niente. Questa cosa del credito vale anche per lui.
E insomma… dai, la chiudo qui. Nel senso che se non conoscete L’approdo o altre storie di Shaun Tan, questo libro non lo dovete avere, non lo apprezzereste nel modo giusto. Ma se invece pensate che l’approdo è una di quelle cose del credito, ecco, allora Creature è una gran bella celebrazione, piena di mangiafuturo, o città che salgono, o mercanti di veleni, o forme primordiali di movimento verso una laguna per poter nascere... insomma, ci siamo capiti.
Ah, dimenticavo, vi lascio il leccapiatti, che se lo avessi avuto ora non sarei qui a scaldare l’acqua per lavarlo…il mio piatto da uova piccanti.