CryptoCodroip e dintorni

CryptoCodroip e dintorni

C’è un motivo che mi ha portato ad allontanarmi tanto dall’evento “presentazione del libro” fino ad arrivare all’idea di spettacolo che serve per presentare il libro: mi rompevo enormemente i coglioni! Cioè… se il libro non l’hai letto, fare domande all’autore, ascoltare qualche riga, sapere di cosa parla…boh, cheppalle. Nel senso, parlare di libri, come diceva quello là famoso, è come ballare di architettura, forse. E così dai tempi di Contis di famee mi ero inventato ‘sta cosa che a ogni presentazione scrivevo un racconto inedito, che si godevano solo il presenti e poi veniva cestinato (oppure – a forza di racconti inediti – pubblicato in un secondo volume, Altris contis di famee). Anche per gli yokai avevo scritto cose inedite e pure per Contis sot spirt avevo pensato qualcosa, ma si prestava un po’ meno e poi, non so perché, di presentazioni non ne ho fatte quasi per nulla. Per Bisest – invece – c’era tutto uno spettacolo complesso di letture, e musica e stracazzi vari, ma poi è arrivato il covid ed non si è mai fatto. Poi è arrivato Cryptofriûl, e ci siamo inventati questa cosa, della trasmissione televisiva, che funziona bene, ma alla fine è talmente lontana del libro che una volta mi sono persino dimenticato di dirlo, che era uno spettacolo ma anche una presentazione di libro. Insomma… tutto questo per dire che gli spettacoli per presentare un libro sono meno pallosi. Però. Ci sarebbe un però

Ecco… però sabato sera c’era una presentazione normale. nel senso di Giacomo (Trevisan) che mi faceva le domande, io che rispondevo, e le letture di serena e astrid che si è inventata il powerpoint biologico che era molto figo, oltre a leggere le cose. E niente… una presentazione normale, a Codroipo, a quasi un anno esatto dall’uscita del libro, e… indovinate? Non mi sono annoiato nemmeno per un cats!

Anzi. Vi direi che nonostante la mia sociopatia, la mia testa altrove (non ho la più pallida idea di cosa avevo detto a Jacum di chiedermi e di cosa io gli abbia risposto) e nonostante il pubblico tipico di una presentazione di libro in friulano (addetti ai lavori, amici, qualche scappato di casa) e anzi, proprio per il pubblico tipico di, mi sono quasi rilassato.

Okay… ammetto che delle vicende del libro, in sintesi, non me ne frega una beata mazza, e questo menefreghismo aiuta, ma va anche detto che alla fine il non dover fare uno spettacolo (con tutte le ansie dell’impararsi le cose, preparare le cose e risolvere tutte le stracats di cose che non venno ecc) e doversi solo sedere con il bicchiere di vino davanti e lasciar fare tutto agli altri, ha il suo bel perché. E insomma…. abbastanza un perché per scrivere questo articolo, che almeno vi mostra qualche foto della serata, Là di Galàs, visto che gjatemarangule ne ha fatte a bizzeffe.

E poi, altra strana cosa, mi sono ritrovato a risentire le cose che avevo scritto, e che non ricordavo per nulla, e a pensare che temo che così bene non scriverò mai più. Evidentemento ero in stato di grazia. E c’entra anche la domanda che mi ha fatto quella schifosa di Astrid, a cui credo proprio di non aver risposto. Con Cryptofriûl ho scritto un libro come piaceva a me, fregandomene se venisse bene o male o fuori di testa. Ma dunque gli altri che ho scritto non mi piacevano, mi ha chiesto? Ecco, il senso vero è che sì, mi piaceva scriverli, ma non leggerli quanto questo. Nel senso, credo proprio che uno sia davvero uno scrittore quando scrive cose anche belle ma che non sarebbero quello che vorrebbe leggere con piena approvazione. Certo… non si differenziano troppo, ma certe cose vanno scritte e lo si fa, nel modo in cui va fatto, anche se non è uguale al proprio gusto di lettore.

Soreli jevât a mont, con gli yokai e gli haiku era esattamente un libro che avrei voluto leggere, come questo. Contis sot spirt e soprattutto Bisest erano altro. Uno era divulgativo, l’altro era sociale. Andavano scritti in quel modo, su quegli argomenti, ma non sono ciò che mi piace leggere abbestia. Facendo l’esempio calcistico, è come dire che mi piace cercare di fare gol con un pallonetto da fuori area, ma se vedo il portiere sulla riga di porta voglio sapere anche tirare in altro modo, beninteso, che mi piace fare gol. Insomma… è stata una seata in cui ho pensato, persino.

E poi è stato divertente anche il resto, da Jacum piccolo aiutante che ha preso sotto agnul con la carrozzina, alle wiener schinitzel e ai bratwurst, al freddo della sera e al long island di chiusura che mi ha fatto perdere gli abbonamenti dell’udine e niente partita gnegne… insomma… alla fine, anche le presentazioni (quasi) normali hanno il loro perché. 

E adesso però basta parole. Siamo lunedì, e ci sono ancora i lamponi in cortile e abbastanza per farmi la caipi di buonanottata, e adesso mi rilasso con beth orton (ma che voce elegantissima ha beth orton) e pure con gli arctic (quietissimi) e con il mio moscow mule (okay, è il secondo, ma non spaccatilcats) e i compiti da correggere li correggerò domani.

Del resto cosa vi aspettate da uno che a inizio serata si mette il golfino sulla testa e dichiara di essere il Liberato della scrittura friulana?) Piuttosto esco a vandalismi e finisco la quasi poesia che da giorni rotola qui sul tavolo. E prometto che la prossima volta scrivo l’articolo PRIMA di fare la presentazione del libro, e non dopo, come adesso 😀

 

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