“Boy” di Roald Dahl***

“Boy” di Roald Dahl***

Ah…l’ignoranza. A volte richiama la fortuna. Tipo con questo libro, che è il primo di due, e io non lo sapevo, tipo che li ho per puro caso comprati entrambi, sabato scorso, e io non lo sapevo, tipo che è stato bello mettersi sul divano, a fare il ghiaccio, cominciare ovviamente da quello sbagliato (intendo libro, non il ghiaccio, il ghiaccio è tutto uguale), quello che viene dopo, e scoprire dall’intro di venti righe che quello che viene prima ce lo hai appoggiato due metri più in là. E invece di leggere prima il secondo, o andare in libreria a comprarti il precedente, ce lo hai già. Ed è tutto culo. Il culo rallegra, quando è così sano.

E l’ignoranza mia, ovviamente, è tutta nel non aver saputo che Boy e In solitario, sono i due libri che compongono la autobiografia di Roald Dahl. E io non lo sapevo. Spiego anche perché. Vi ricordate quella cosa del pantheon di divinità che ognuno di noi ha? Tipo quelle divinità, non necessariamente morte, che hanno fatto e fanno cose che fanno per te, esattamente per te. Tipo Calvino e Buzzati, per dire, ma anche Layne Staley, a suo modo, e Schiele, e Modigliani, e dentro, sicuramente, anche Dahl. C’è quella semplicità immediata e diretta che è impossibile non innamorarsi dei suoi racconti. E questo cosa causa? Causa che non ho mai fatto troppo caso a cosa ha scritto. Ma sei scemo, direte voi? No. Invece it make sense. Se uno è entrato nel tuo pantheon leggere (ascoltare, guardare ecc) tutto quello che ha prodotto, bello o brutto che sia, di minore o maggior rilevanza, è un dovere/piacere. Che nel mio caso non sfocia in adorazione, ché proprio non mi viene, ma diciamo che è un po’ come una necessità di riposo.

Tipo sabato scorso, o forse no, era domenica. Ah, no, sabato sabato. Ecco, non sarei dovuto uscire in giro, visto che mi ero operato venerdì e stampelle, staifermo, staicasa e blablabla, ma insomma… un piccolo giro al supermercato me lo sono fatto e c’era la libreria, e io non compro libri, oramai da anni, perché troppi sono quelli che ho da leggere, ma avevo proprio bisogno di una necessità di riposo. Anche nella lettura, poche cose vi riposano come i libri per ragazzi e quelli per bambini. Ma più quelli per ragazzi. Ci sono un sacco di libri PEM e libri PSF tra di essi. Vi faccio un elenco di quelli che mi vengono in mente e che sono meravigliosi: Pippi, Winnie, la strada, Cioccolato, Ascensore, GGG, ma anche Rasmus o Gli alberi, o insomma… tanti altri libri simili. E quindi, quando li vedevo lì sugli scaffali, non è che mi sono preoccupato mai di cosa raccontino, i libri Salani di Dahl. E infatti me ne mancano molti, anche di famosissimi (Sporcelli e Streghe e Matilde, per dirne tre) ma questo “Boy” lo vedevo sempre e boh, non so di cosa parlasse la storia.

Di lui, è la risposta. Di lui di quando era piccolo. Di lui nel collegio, di lui a scuola. Fino a che, appena uscito dal Saint Peters, o quel che è, si è messo a lavorare per la Shell ed è partito per l’Africa.

Boy era come si firmava nelle lettere alla madre, una a settimana, in media, per tutta la vita. Gli estratti di queste lettere sono sparsi per il libro, che sostituisce quasi sempre le illustrazioni di Blake (poche) con fotografie di lettere, di famiglia e di cose di cui si parla nel libro. Cosa dire di Boy? Che è scritta come scrive Dahl, quindi semplice e spassosa, diretta e veloce. Ti fai due risate, ma anche no, nel senso che i metodi correttivi utilizzati sono fatti di bacchettate e odio per i bambini, di noncuranza e avidità dei presidi, di totale mancanza di empatia di quasi tutti i docenti. Oh… questo a sentire Roald. Diciamo che non è che gli puoi credere parola per parola. Anche perché, che sia stato un bravo ragazzo ma con indole da teppista, lo si intuisce. E non emerge mai che era un personaggio abbastanza terribile, nella vita privata. Ma non mi è mai piaciuto giudicare il prodotto dal produttore, quindi lasciamo perdere razzismi antisemitismi tradimenti caratteracci vari (così come lasciamo perdere cose meravigliose che ha fatto per le persone a cui voleva bene) e dedichiamoci all’opera.

Ci sono parecchie cose, da dire, ma ne diciamo poche, quelle importanti. Come fa lui dentro Boy, spiegandolo nell’intro. Anzi… mi va di essere schematico. Quindi vado per punti. Leggendo “Boy” capirete:

  1. da dove arrivi la passione di Dahl per le caramelle e le fabbriche di caramelle e di cioccolato. Ci sono due episodi emblematici. Uno nel negozio di una megera lurida piena di caramelle meravigliose, l’altro in una tecnica di marketing di una impresa di cioccolato.
  2. da dove arrivino le donne cattive streghiformi dahliane, perché a sentir parlare della sorvegliante del collegio, e di altre, okay… avrete paura anche voi e comprenderete la malvagità dell’essere umano.
  3. da dove arriva anche la cattiveria vicina all’infamia dell’uomo di potere. i direttori delle istituzioni da lui frequentate sono emblematici. Li ritroverete in vari villain dei suoi libri.
  4. da dove viene la sua passione per le abilità, per quei bambini che fanno cose meravigliose a livello fisico. Dahl era alto, e bravo negli sport, in pratica in tutti quelli che facesse.
  5. da dove nasce il suo amore per la madre e la dedizione nel curare i rapporti con essa. Non solo dall’aver perso il padre presto, ma soprattutto dalla straordinarietà della donna. Vi innamorerete delle sue vacanze estive in Norvegia, dove si nuota e si prende il sole come se non ci fosse un domani.
  6. da dove prende le idee degli scherzoni birbanti, costante di molti suoi libri. Tipo con Matilde ci costruisce il personaggio, ma anche Willie Wonka fa gli scherzoni galattici. Insomma… era un burlone di quelli un po’ stronzi.
  7. da dove viene la sua passione per l’avventura, nel senso che la voglia di andare in Africa, o comunque in posti avventurosi, e presente e fissa, e si svilupperà con l’altro libro,c he sto leggendo.

Direi basta. Vi ho detto abbastanza cose. Posso aggiungere che per essere una autobiografia, benché chiaramente lui dica di essere vecchio, e faccia rifermenti al tempo trascorso, lui ci parla come fosse nell’età di cui ci parla. Un ragazzetto di 10-14 anni, più o meno. E continua a parlarci così fino a fine libro, quando oramai è maggiorenne e se ne va a lavorare alla Shell.

Poi? Boh… niente. Sto ascoltando il nuovo Damon Albarn, se vi interessa. Uscito oggi. Molto tenero, strano. Richiede attenzione. Albarn sta invecchiando benissimo. Se non mi credete guardatelo qui, dal vivo, in questo pezzo che chiude il disco. Una canzone perfetta per un sacco di momenti pieni di notte e di stelle, secondo me. Concedetevele, un po’ di stelle.

E poi oggi sono uscite anche altre cose, mi pare. Courney Bartnett e fa sempre cose fighe, e pure quei due beoti di Bruno mars e anderson paak, quelli della canzonetta figa, avete presente? E vi dirò… non è una merda, anzi. Ah, e poi sono usciti gli Idles, che spero mi raccontino ancora di quel che resta del punk.

E poi? Ah, sì. Una ultima questione, di cui è probabile che vi parli ancora. E qui potete anche attivarvi per scoprire cose. La questione è quella della casa editrice Kappa Vu che ha pubblicato ben due dei miei libri, nonché tra le pochissime che pubblica in lingua friulana. Ordunque, non ve la faccio lunga, ve la faccio brevissima. Questa casa editrice pubblica libri sulle foibe e in generale anche sulla questione dei confini orientali nel corso dell’ultimo secolo. Libri che hanno forti basi storiche e sono saggistica. Ecco… per decisione politica dell’attuale giunta regionale è stata esclusa dal salone di Torino, in quanto negazionista. Per altro esclusa con ricatto agli altri, del tipo, o escludete questa casa editrice o a torino non ci va nessuno dello stand regionale. Figo eh? L’accusa era di negazionismo e riduzionismo e dintorni… Ecco. A me la questione è sempre parsa ridicola. Nel senso… la questione della censura, intendo, soprattutto delle cose vere o comunque con pari verità di altre. Avrei da discutere sulle cose false, che ne so, ma mi pare che sui libri che parlano di rettiliani, bufale, qnon ecc non ci sia alcuna censura, quindi inutile entrare in discorso. Diciamo che a me, una cosa che mi dà più fastidio della censura, è la stupidità, e penso che uno che fa censura su alcuni libri dovrebbe almeno leggerli, prima, e qui l’assessora che ha fatto il ricatto era palese non li avesse letti. Voglio dire… se dichiari “il libro parla di A” e invece il libro parla di B, okay… B può essere anche Satana in persona, ma tu non lo hai letto (a pensar male si direbbe che la assessora abbia letto solo i titoli).  Ma io non voglio essere così, e li voglio leggere, questi libri, che mi fa bene saperne di più, su foibe, guerra al confine orientale ecc.

E allora ho agito così, ho scritto alla Kappa vu e ho chiesto che mi vendessero due libri di questi qua, quelli che la Regione FVG per puro arbitrio politico ha deciso che sono negazionisti o riduzionisti, per saperne di più sulla questione. Non so nemmeno quali libri, ho lasciato scegliere a loro. Diciamo che era un argomento che avevo sempre voluto approfondire, e so che loro se ne occupano da anni, che Alessandra (Kersevan, della K di Kappa Vu) è una tra le persone più competenti in proposito e direi che il modo migliore per rispondere a un ricatto è renderlo stupido, diffondendo la cosa che si vorrebbe tenere stupidamente nascosta. Se la Regione FVG non si fosse impegnata a escludere una casa editrice senza leggerne nemmeno i testi, io non avrei fatto mai questa cosa, e non pubblicherò due articoli sul sito sui libri che leggerò. E a me fa anche bene leggerli, visto che non ne so quasi niente.

Ecco. Se anche voi, la guerra sul confine orientale, le tante vicende di prima e dopo e durante le foibe, vi hanno sempre interessato e siete ignoranti, direi che è il momento giiusto per saperne di più, scrivere a distribuzione@kappavu it e farvi vendere qualche libro. Almeno, al prossimo fascistoide che mi dirà “E allora le foibeee!” potrò rispondere: Mettiti comodo che ti racconto cosa ho scoperto.

Okay…ho scritto un casino. E’ che questa storia della convalescenza mi sta prendendo male. Sto facendo troppe cose. Ho una lista di cose da fare che è già in terza cifra, e mi sto stressando. Aggiornare il sito, era una di queste, ma di quelle che mi rilassano. Ecco perché ci ho messo tanto. Ahhhh! Dimenticavo.

Ho aggiornato la pagina delle opere col nuovo libro! Cioè… voi non potete capire quanto sono felice e quanto migliora il fatto di essere diventata tre sopra e tre sotto, invece di uno sbilenco, insopportabile 3/2. Ma sono problemi miei.. non vi tedio. Voi leggete solo le cose del nuovo libro, Cryptofriûl, e ditemi se ne volete comprare uno firmato che presto passo a pigliare le copie di quelli che mi han chiesto già.

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