Luna, cieli, stelle,

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Luna, cieli, stelle,

 
Hai chiamato

 

Gridato il mio nome


Con una carezza che ha percosso
La tenerezza del seno.
La fame
Ha mangiato la sete
In te fradicia,
Aperta e disarmata
In viso.
Una buccia sottile
Di luna
Si stiracchia sulle tegole
Brune.
Tu, sorridi, credo,
Rarefatta
Dalle sciocchezze, 
Nelle piccole arrabbiature, 
Fra le intoccabilità appiccicose del quotidiano.
Quante lune piene abbiamo scordato
Dietro le tapparelle
Trattenuti dal cuscino?
Quanti cieli smisurati
Abbiamo inchiodato al muro della distrazione?
Ogni occhiata un chiodo:
Così funziona.
Le stelle, invece
Che grillano di luce
Quelle no
Loro si son fatte rispettare.
Avevano la voce dell’altrove,
E le labbra dell’adesso.
Tu sorridi, credo,

 

E i grilli accompagnano.

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