"Traditori di tutti" di Giorgio Scerbanenco****
Oh, vi racconto questa.
No, non c’entra un cazzo col libro. Ma fa ridere. O piangere anche.
Allora, tipo un paio di settimane fa, forse un po’ meno, ho piaciuto la pagina di Salvini. Volevo vedere, rendermi conto. Non ho fatto un grande affare, nel senso che è molto, ma molto peggio di come pensavo. In pratica, internet, per il leghista medio, è la pagina fb di salvini. Cioè si vede a km che non hanno altre pagine, che non leggono altre cose. Cioè, leggono solo lui, quello che lui posta, e la sua narrazione è completamente staccata dalla realtà. Ha creato un macrocosmo dove vigono leggi tutte sue, dove la realtà è quella che ha creato ecc… Vabbè, mi è venuto in mente il racconto Il Tunnel, del mio amato Durrenmatt, e ho capito che oramai non c’è più niente da fare. Dobbiamo solo aspettare lo schianto, ma il tunnel sarà molto lungo.
Spero di morire prima. Detto questo, ho fatto un po’ il troll. Ma non è che scrivevo tanto. Ho cominciato a copincollare dei commenti a caso presi all’interno dei suoi post e a metterli in risposta ai suoi stessi utenti. Che ne so, prendevo un commento rivolto alla Rackete e lo incollavo sotto il post di Concetta Esposito, per capirci. Ecco… mi hanno segnalato per violenza e razzismo e mi hanno chiuso il fb. Credo di essere un genio, a modo mio. Appena si sblocca continuerò. Magari proverò a fare il all’interno dello stesso post… vediamo quanto duro. Anyway… mentre facevo questi esperimenti sociali, ho anche letto. E mi ero talmente preso bene a leggere Venere privata, che ho deciso di provarci subito con l’altro famoso del Duca. Traditori di tutti. In cui per altro la Venere viene spesso richiamata, anche perché è temporalmente sequenziale, nei fatti.
Mi è piaciuto di più, ve lo dico subito. Un paio di scelte soprattutto.
Il modo in cui è stato messo lo splatter, senza che sia splatter, per esempio. Sai, quando un energumeno va a uccidere un mezzo energumeno che fa il macellaio nella sua macelleria non ne possono uscire fiori e regalini. E mi è piaciuto anche il Duca, qua, il suo essere eroe poco convenzionale ma efficacissimo. E mi è piaciuto molto il finale, che è amarissimo. Giusto, ma amarissimo.
Diciamo che è un romanzo che ti fa dire qualcosa del tipo: Eccazzo! Ma allora è tutto una merda!!!
E ora capite che il discorso è collegato all’inizio del post. Più o meno è ciò che ho pensato sia durante la lettura del libro sia durante la lettura del fb salviniano. Con la differenza che nel libro c’è Duca Lamberti, che un paio di pezze, almeno, ce le mette. Pur rendendosi conto che, quando tutti tradiscono tutti, non è che le cose si sistemano. Ma almeno stai un po’ meglio per conto tuo. Qualcosa di buono lo hai fatto. Piccolo, magari. Ma è sempre qualcosa.
La vicenda.
Il Lambro. Il fiume-cragna di Milano.Anche lui è protagonista. I Navigli. Ci sprofondano almeno tre auto. Una per scommessa, due per sapiente omicidio, che apre il libro, tre per una bella vagonata di proiettili. Tutto succede all’inizio, non vi preoccupate. Non è spoiler. Così come vi posso dire che il buon Lamberti viene tirato dentro niente di meno che da… una imenoplastica. Eh sì, il libro è degli anni ’60 e c’erano già le tipe che la davano a tutti ma poi se scappava uno da sposare, via di verginità promessa e trovare qualcuno ad aggiustare le cose se l’altro ci crede. Certo… magari andando a mostrare la patata accompagnati da una valigia misteriosa.
Ecco. la valigia. Protagonista quasi come il Lambro. Qualcuno verrà…
E da lì, da quella valigia che attende, ecco dipanarsi una storia in cui non si salva nessuno. Non c’è uno che possiamo dire… Eh, ma poverino, è una vittima. No no. Ti viene solo da dire, man mano che escono le colpe, le cattiverie, i crimini (droga, armi, prostituzione, evasione…): Eh, ma allora è tutto una merda!
Ebbene, sì.
E pure i cadaveri, ci sono. Anche qua. Non è un giallo. Non è un hard-boid antesignano, ma non è nemmeno del tutto un noir. Emerge, a fianco di Carrua (mi raccomando l’accento sulla prima a) il collega Mascaranti. Un bellissimo personaggio, mix di debolezze (simpatiche) e zelo (encomiabile). E anche i tre personaggi femminili, la assatanata da ricucire, la donna succube di uno dei cattivi per amore, l’americana vendicatrice, ecco… sono tre figure molto, molto belle. Donne con caratteristiche che hanno molti chiariscuri. Direi molto migliori degli uomini, in questo libro, a livello di tratteggio e costruzione del personaggio. Sui maschi si lavora forse un po’ di più di cliché.
Poi?
Poi c’è quello che scoprirete alla fine. Che se magari pensavate di aver trovato il più cattivo, purtroppo, no, non era così… quello davvero cattivo è già morto e non avrete il piacere di vederlo morire quando sapevate di questa cattiveria. Pregevole scelta quella di scatenare una rabbia ex-post nel lettore. Ah! E alla fine c’è un moderno modo di vedere Milano, che qui è quella città ancora pulita, ogni tanto, deserta e limpida, ma col cuore nero di cattiveria e crimine, come oramai siamo abituati a vederla oggi. La provincia, invece, al crimine fornisce uomini e carne da massacro, ma è ancora molto staccata. Anche fisicamente, Duca, separa sempre i momenti in cui è a Milano e quelli dove è “in provincia”. Sia questa Buccinasco, sia questa Pavia, vicino alla Certosa.
Sono a tre, comunque, con la tetralogia Lambertesca. Mi manca i ragazzi del massacro. Non ce l’ho. Ma lo recupererò a settembre, dai. Devo finire il ciclo. E per ora i milanesi ammazzano al sabato rimane il mio preferito, più maturo, direi.
E’ tutto.
Leggere questo post, se alcuni di voi lo leggeranno, quando lo pubblicherò su fb…. tra qualche giorno. 😀