Futuri possibili
Mi impiccheranno all'imbrunire Sulle scale di casa Davanti a tutti i ricordi [che riconosco Useranno la corda Che sollevò la legna A mia madre Il mais a mio nonno L'auto in panne alla mia gioventù. Mi impiccheranno senza usare Le mani tenendole Nelle tasche, Nelle asole, Nelle cuciture
Parole nel Cappello
La pioggia forte stacca ombre Dal selciato Sradica fiotti di muschio dalle attaccature, Spezzerà la camminata del bambino E del superstizioso [domani Siediti qui, Dove ha volato la rondine, Spartisci il sogno fatto Tra occhio e profumo, Rassoda il vuoto con
“Stato di quiete” di Pierluigi Cappello****(*)
Abbiamo letto un libro. Un libro di poesie. Un libro di poesie che ho comprato, perché volevamo leggere poesie. Leggerle ad alta voce, ché così van lette. Leggere nel silenzio, o nella musica bella di Bon Iver o James Blake, o nel rumore
“Qualcosa era successo e altri racconti” di Dino Buzzati****
Indovinate cosa ho cominciato a fare? No
Aghi e pece
Aghi e pece L'ombra delle cicale Scalda il mare.
L’odôr di stale
Cul cjalt cjaminant Di sere pal paîs 'nd è barcons che inmò A butin fûr l'odôr di stale Tignût pe code [di agnorums No si sa cemût. Compagn ti cuchin Dentri L'odôr dai
"La giornata di uno scrutatore" di Italo Calvino****
Oggi fa caldo. Caldissimo. Così caldo che addirittura uno potrebbe pensare che StudioAperto abbia un senso. Ed è domenica. E io sono a casa. Che io poi, nel caldo sto bene, soprattutto se sto casa senza rotture di coioni. E oggi mi va bene così. Perché
"Un amore" di Dino Buzzati****(*)
Ecco. Aggiorno il blog. E' il due luglio. Succedono cose a luglio ma non ricordo quali. E adesso ero entrato in loop, coi soliti deboli propositi suicidi che presto si fanno pigrizia. E' faticoso uccidersi. E anche uccidere restando impuniti. Quindi è meglio che