"La pista di Campagna" di Massimo Carlotto**

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"La pista di Campagna" di Massimo Carlotto**

Mezzora. Mezzora poi mi ficco sotto la doccia e vado a lavorare.
Oggi meno cose, di lavoro normale, ma che poi, mi rendo conto, i giorni in cui ho meno cose di lavoro normale sono quelli dove alla fine sono molto più stanco.
Perché?
Ho capito che per quelli come me, per quelli pieni di cose fuori dalla porta, da fare, la vita è così.
Quando dal lavoro ti dicono: oh, hai visto, hai un pomeriggio libero questa settimana…
Ecco, loro pensano: di cosa ti lamenti, cosa ci vieni a dire che sei stanco, noi abbiamo lavorato di più… tu avevi UN POMERIGGIO LIBERO, bioparco.
Ma per quelli come me, il pomeriggio libero significa:
scrivere, perché ricominciato, sì, in friulano, e lo voglio finire questo quinto libro.
leggere, perché sì, non ho tempo, se leggo è per scrivere, ma ho Calvino, qui sul tavolo, vicino ai giornali vecchi con articoli che devo leggere, ho Bellina, là nell’altra casa, vicino alle memorie di Casanova, e li leggerò. (Calvino e Bellina, non Casanova).
E poi ho da illustrare i racconti del Checo
Ho da finire di dipingere le porte di casa
Ho da pulire tutte le stanze di casa,
ho da comprare una lavatrice
Cambiare auto
Comprare una lavatrice
Andare dal dentologo
Fare spesa
Andare a raccogliere i fiori di sambuco per fare altro sciroppo
Fare lo sciroppo
Seminare menta e basilico che siam fuori tempo massimo
Prendere del sole
Fare giri in bici
Andare a prendere e legger libri per bambini
Andare a Roma da Gloria se è viva
Andare a Treviso da Elisa se è viva
Portare la mia vecchia a passeggiare e vedere delle visite che deve fare
Andare a trovare altre settordici persona prima che non esistano più
Vendere tipo ottordici cose su subito punto it
Leggere il libro di Gianfranco ed editarlo
Convincere Pablo a finire la tesi
O andarlo a trovare in Repubblica Ceca
Prendere i biglietti per due tre concerti che dovevo e che oramai non ci saranno più
Andare al fiume a prendere i sassi per le tartarughe
E poi fare la loro casa, delle tartarughe, dico, non dei sassi…
Serve che continui?
Io ho una lista di queste cose o cose come queste che conta altre decine e decine di voci.
E quando mi dicono hai un pomeriggio libero ecco, è come aprire la porta e queste cose, tutte insieme, cercano di entrare.
E alla fine finisce che non ne faccio nessuna. Oppure, e sono i casi migliori, che ne faccio una, magari una che mi va, ma la faccio col senso di colpa di tutte le altre che presto, appena il pomeriggio libero è finito, dovrò mettere alla porta.
E spesso quella che faccio è una nuova, non una di quelle in lista.
Non c’è uguaglianza nelle cose da fare alla mia porta.
Ecco… se penso a tutto questo, penso alle parole della mail di Paola e al fatto che non si dovrebbe lavorare, si lavora troppo, non si può pensare, almeno per quelli fatti come me, di usare 8-10-12 ore della propria giornata, ovvero tutte, nelle giornate di altri, per il lavoro.
E le cose fuori dalla porta?
Ecco… tutto questo per dire che la cosa fuori dalla porta che sto facendo entrare oggi, che comincio a lavorare alle dieci e tra 15 minuti devo andare a lavarmi, è questa recensione, queste righe di un libercolo che ho letto oramai un mese fa, prima di ricominciare a scrivere.
La faccia perché Pecorella mi ha rotto il cazzo, dice che mi legge ancora, e io sono felice.
Anche altri ogni tanto mi dicono “Oh, ma il blog… “
In realtà non faccio fatica a non aggiornarlo, ma nemmeno ad aggiornarlo.
Mi rendo conto infatti che potrei scrivervi per ore, prima di cominciare a parlarvi di questo “La pista di Campagna” di Massimo Carlotto. 
A parte che il calembour del titolo mi sta sulle palle… ma vabbè, lo dovevo dire.
No… non mi è piaciuto.
E’ uno dei libri del Sole 24 ore. La seconda serie. Anche questa interrottasi come la prima, di botto.
Ma io li ho comprati, anche se mi mancano i primi, alcuni.
E ho intenzione di leggerli.
Sapete perché?
Perché io molti autori non li conosco, e leggendone un racconto, un po’ li conosco.
La librogonia del mondo è infinita, ma noi conosciamo solo alcune stelle.
E allora ti capita di trovare altri, che conoscono altre stelle, e si sconvolgono quando dici “No, non ho mai letto niente di Carlotto”
Eh!?!?! Uh?!?!! OH!?
Eh…
Ma non puoi.
Sì che posso. Soprattutto ora che una cosa l’ho letta, e non mi è piaciuta tanto.
E’ un racconto breve fatto lungo.
Ho visto che è uscito per einaudi in 62 pagine… 62 cazzo di pagine. Scherziamo?
Qui ce ne sono 75 e tipo è un Times new roman 16…
Quindi è un racconto breve. (qui le prime pagine, se vi va)
Il commissario è Campagna, quello del titolo e del calembour scontato.
Una vicenda di droga, di droga a padova, di droga che la prendono i metalmeccanici, gli operai, chi lavora in fabbrica. Non gli sbandati. Tutti, a sentire Carlotto.
Dopo il loro lavoro, la giornata in fabbrica, ecco… cosa ti resta nella vita?
Come fai ad andare avanti… E niente. Ti droghi.
Sarà anche vero, ma mi ha irritato fortemente. La generalizzazione mi è sembrata poco credibile, ma tenete presente che io sono uno che ha le cose fuori dalla porta, che capita che mi addormenti alle 3 alle 4 e dorma due tre ore, per fare le cose che sono non lavoro. Mi drogherei, sì, se avessi soldi, ma non certo per deprimermi. Solo per fare cose, non dormire mai.
E quindi no, la trama non mi ha fatto impazzire, anche se riconosco il pregio di aver creato una situazione incasinatissima da cui Campagna esce.
Però è tutto un luogo comune, un già visto… L’ispettore che non segue le regole, con l’animo integerrimo che sa bene che i pesci piccoli non c’entrano ma sono i grossi…
la corruzione…
il ricco delinquente…
il delinquente russo violento uccido tutti crudelmente
cose viste e straviste…
E niente… non mi veniva voglia di leggerne un altro. Mi sono immaginato che questo sia un racconto minore. Una roba che Carlotto aveva nei cassetti, che gli hanno rotto i coioni per pubblicare qualcosa, che abbia detto Oh, non ho coioni, prendetevi questo. Non so… non penso che sia così, perché allora non credo che leggerei altro.
Ma va detto che non vado pazzo per le storie noir all’italiana di questo stampo, con gli ispettori non ortodossi che risolvono casi in modo poco ortodosso.
E quindi sono le 9 e 10 sono in ritardo di dieci minuti.
Alzo il volume e vado.
E vi dico cose… vediamo cosa…
Ah, è uscito Liam. Ah me Liam sta simpatico. Non so… credo sia stronzo e senza talento, ma è simpatico, e mi piace pure la canzone.
Ah, tra i concerti che vorrei, c’è quello di Benjamine, è uscito il video nuovo, mi pare, l’altro ieri.
E niente… parla di Aleppo. Guardatelo. Ascoltatelo. Merita.
Ah, non mi passa che è morto Chris, non mi passa il come, e ho istinti suicidi piacevolmente forti, quindi nel caso, non rompetemi i coioni, che son contento così.

Comments

  • Anonimo
    3 Giugno 2017

    Visto che mi hai chiamato in causa intervengo, se no sembra che ti ho raccontato una balla dicendo che leggo il forum…

    Pecorella

    reply

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