Marzo 2017

O ai cjacarât di te                         [none cence visâmi che come vuê tu finivis i agns O ai cjacarât di te a dai forescj Buine int E nol vanzave nuie Di brut Di ducj i ricuarts

Tutte le strade i sentieri i viottoli i voli pindarici Tutti i bordi i confini  Tutti gli slanci Tutti portano al seno e al solco Alla piega che dirama la rotondità.  E di tutti  Nella spavalderia angusta della maschilità  C'è timore  Anelito  Melodia ricercata.

Non lesinare in mietitura, tramontana Non in stille e ombre illuni Scuoti Attacca i calcagni Germina tempesta Sei o non sei la mano guantata           [monda Del cielo? Sei o non sei chi spettina, ammala, rinchiude, Chi getta negli occhi polvere E universi? Siamo rimasti chiusi fuori Per

Piove e tutte Queste gocce chiedono una guida                                   [Un pastore Il riflesso sgarretta sfiorando i tombini, Spreme dall'asfalto la luce E spicca il capo ai fanali. La cena intanto

Che mestiere fanno i palloncini  Se c'è il buio e piove forte?  Dove portano a passeggio Il vagolare delle proprie leggerezze? E dove vanno a dormire le belle  Canzoni  Scacciate nei deserti Di troppe parole inutili? Alcune non sono forse morte Seccate  Fattesi polvere Da soffiare via  Negli archivi dimenticati Della memoria? E le