“Tre storie allegre” di Carlo Collodi**

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“Tre storie allegre” di Carlo Collodi**

Nel mio cercare di non arrendermi alla mia stessa decisione del non leggere più, mi ero pigliato questo, dall’enorme colonna di racconti d’autore del Sole 24 ore.
E’ il numero 73 e se non è l’ultimo è il penultimo.
Mi sono fatto ingannare dal titolo.
Volevo storie leggere, brevi, che si potessero leggere facile, magari ad alta voce, che che anche questa direi che è meglio evitare, visto che la voce la perdo ogni sera.
Ordunque… Tre storie allegre.

Lo sono? Sì e no, suvvia.

Sono storie che hanno una data di nascita ultracentenaria e voglio dire, le ha scritte uno che ha fatto due guerre di indipendenza, sia quella del 48, sia quella del 1860, e come volontario, quindi uno che di risorgimento italiano ci capiva per esperienza diretta.
Tutti lo conosciamo per Pinocchio, e io pure, millenni fa, lo lessi, e non so, non ricordo se mi piacque o meno, ma resta che sono scritti che non puoi non contestualizzare.
Detto questo, non mi va di essere buonista con queste tre fiabe, una molto lunga, quella di Pipì (sì, proprio così si chiama) lo scimmiottino che sembrava un bambino e che faceva i capricci come e quanto i bambini capricciosi. Ingordigia, venir meno alle promesse, capricciosità spinta… queste le sue colpe. Collodi, si sa, ha la morale come primo punto fermo, e i suoi scritti, qui con in pinocchio, mirano a darci, e a dare ai bambini a cui si rivolgono, un insegnamento. “Pipì, o lo scimmiottino color di rosa” è quella più zeppa di avvenimenti, e devo dire che nella prima metà mi è pure piaciuto.

E’ una fiaba, e ci sono tutti gli elementi fantastici della fiaba. Giganti, fate, signori, bestiacce cattive… insomma…. si salta di palo in frasca con animali parlanti e colpi di scena, analessi improvvisate e mancanza di logica. Ed è bello così. Un po’ alla lunga poi la storia stanca, e infatti non la finivo più. 🙂

Poi, le altre due, sono più brevi. Una è L’omino anticipato. Ossia la storia di tutti quei ragazzi che vogliono parere uomini prima del tempo. 
E il titolo dice già tutto, e vi racconta di Gigino (i nomi sono ottocenteschi e sono fantastici) che cerca in ogni modo di, e fa figure di emme a non finire. Anche questa, a tratti, mi è piaciuta, e a tratti mi ha spaccatopalle, nel senso che okay, Gigino mette tuba e tutti ridono, Gigino mette collare inamidato e cade per terra, Gigino… ecco, alla 5-6 volta che Gigino fa qualcosa e fa figuracce direi che il concetto lo abbiamo capito, con buona pace di Collodo Collodi. Poi ripeto… è roba vecchia e si fa rileggere ancora adesso, e anzi, è interessante per le scelte lessicali che oramai si sono estinte ma che, a rileggerle, hanno un certo fascino.
Terza storia, La Festa di Natale, era partita bene, con Luigino protagonista e gli altri suoi due fratelli, figli di contessa, che dovranno decidere cosa fare del salvadanaio. Ecco… diciamo subito che stava bene nel libro cuore, questa cosa. Ma certi passaggi sono comunque graziosi.

Aspettate… tipo questo all’inizio:

Finita l’ora della lezione, il più gran divertimento di Luigino era quello di cavalcare un magnifico cavallo sauro; un animale pieno di vita e di sentimento, che sarebbe stato capace di fare cento chilometri in un giorno se non avesse avuto fina dalla nascita un piccolo difetto: il difetto, cioè, di essere un cavallo di legno!

Ecco… cose così erano carine. La storia però, questa era brevissima, era decisamente troppo moralista, con Luigino che poi chiaramente darà tutto a un poverello senza vestiti. E vabbè.
Alla fine, sono contento di aver letto qualcosa, ma non mi hanno lasciato moltissimo, se non i piacere di leggere lingua ottocentesca, quello sì.
La curiosità è che ce ne sono due: ci sono anche le storie di fiabe, sempre di Collodi, numero 74 e ultimo credo, il che fa capire perché poi la collana racconti d’autore è finita all’improvviso come gintonic nel mio bicchiere… diciamo che con storie fuori diritti d’autore come queste, che si possono reperire gratis sul web, e che non serve nemmeno lavorarci sopra, visto che già sono in italiano… insomma… racconti a costo zero. Oddio… almeno ci hanno tirato fuori Collodi, ciò è bene, ma si poteva far scoprire qualche altro autore, magari… ma vabbuò. Non lamentiamoci e andiamo a farci un caffè’.

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