“Il Divoratore” di Lorenza Ghinelli***
Vi racconto questa storia simpatica.
La storia di veleno. Veleno, anzi. Forse l’ho già raccontata nel post appost, ma forse no.
Ecco… c’era un tempo la gente. Gli amici immaginari, quelli che scrivevano.
E tra essi c’era la Elena, che se ne uscì con Oh, senti, te che scrivi degno, c’è questa cosa da fare, per una casa editrice con un certo rilievo, di scrivere un racconto erotico, ma diciamo pure più porno, che erotico, che ne dici, te lo sai mescolare il porno con l’erotico.
E io ero in un periodo che dicevo di sì e poi pure ci prendevo gusto a fare, non come adesso che dico di sì e poi è una condanna eterna e non voglio più fare nulla.
Mi vedevo pure con una tipa anorgasmica così lei diceva, e bellissima, e me lo aveva ispirato, e insomma, mi pareva pure venuto bene. Aveva il titolo di una delle più belle canzoni poco conosciute dei radiohead
E insomma, lei lo scrive, lo scrive pure Marco, un altro amico immaginario, e consegniamo e poi fino alla pubblicazione della cosa, fra mille vicissitudini di cui ho colpa, perché ero anche parecchio stronzo, all’epoca, ecco, esce ‘sto libro. E gli unici tre racconti pornorror della raccolta erano i nostri, mentre gli altri erano normali.
Avevano cambiato idea. Senza dircelo.
E così abbiamo fatto tutti la figura dei pervertiti.
Ecco… uno degli altri racconti normali, bello, scritto con uno stile che ricordo era già abbastanza maturo, uno dei pochi che mi piacque, era di Lorenza Ghinelli, autrice che poi, poco dopo, se ne esce con “il caso letterario per mesi ai primi posti delle classifiche”.
Ma era un libro newton compton e lo sapete come funziona con le fascette da quelle parti.
Ma facciamo corta.
Uscì “Il Divoratore” questo libro che ho letto questa estate quando c’era stato un momento che credevo di poter tornare a leggere e in una giornata di mare ero riuscito a leggerne buona parte. Certi libri scorrono, e questo horror piuttosto classico, era uno di questi.
Tra l’altro ho visto un film, da poco, che non ricordo il nome, roba di sogni che prendono vita, che sembrava identico alla trama di questo.
Dicevo… mi arrivò come premio per uno dei miei tanti concorsi, e poi me lo regalò Noè, e io, proprio questa copia di Noè mi sono letto, perché l’altro l’ho data persa o non so, qualcuno ce l’ha.
In ogni caso, quando ho due libri, leggo la copia che mi hanno regalato.
L’ho fatta lunga, lo so, ma fuori ha nevicato e non è il caso di uscire a bere birra e che ne so, allora liquido questo libro e libero il banchetto di fianco.
Mi è piaciuto? Sì, il divoratore mi è piaciuto. Non c’è niente di nuovo, certo, non vi troverete, se avete letto abbastanza horror, idee innovative, e la storia bene o male potrebbe avere quel sapere di già letto. Ma è raccontata bene, vi prende, è gestita con i giusti tempi e con la giusta lunghezza, e arrivate alla fine soddisfatti, con il piacere di aver letto un buon libro di intrattenimento.
Di che parla? C’è Danny, che fa sogni strani, e un bambino autistico, che vede un vecchio, l’uomo dei sogni, che gli altri bambini che fanno del male a Danny li fa sparire. Ed è un Villain molto riuscito, l’uomo dei sogni, anche se è costruito sulla figura del vecchio senza tetto inquietante un po’ classica, ma che poi quando agisce funziona bene,
Ovviamente, nella storia, ci sarà qualcuno che crede ai disegni del bambino autistico, e non saranno tutti rose e fiori, credergli, perché se c’è una cosa che spiega le cose, negli orror onirici e del paranormale, è il passato e i suoi traumi, e sono tutti da scoprire.
Anche qui, sarà così e sarà questa ricerca del passato a portare il lettore all’ultima pagina.
Quindi? Consigliato?
Sì, dai, un libro godibile, ambientato in contesto nostrano, ma con meccanismi molto da sceneggiatura da horror americano o quasi. Quei film che ci fanno saltare sulla sedia anche se sappiamo già cosa aspettarci.
E direi che mi fermo qui e lo metto via. Grazie Noè, che so che ci tenevi che lo leggessi, e io dopo 7-8 anni l’ho fatto… ho tempi lunghi ma a volte la combino. Adesso torno ad ascoltarmi dei dischi nuovi usciti. Tipo i Baustelle, o gli XX o magari mi ascolto Bonobo.
Poi magari chissà, magari la strada non è così brutta come sembra e si può uscire a bere birra, anche senza avere fiammiferi.
Unknown
Sei uno dei pochi, che nel fare i commenti, attiri il lettore nella tua rete: In primis c'è la voglia di leggere con i tuoi cinque sensi perché doni te stesso e così non rimane solo lo scrittore, ma diventate due…
Capito?
gelostellato
premesso che sono solo un chiacchierone che non ama parlare e allora a volte scrive sul blog e intorta la gente. grazie! 🙂
TBMT
Sposami!
gelostellato
ahahahah va bene!