Il mostro (racconto in 10sms)

Il mostro (racconto in 10sms)

Al mattino quel posto era bellissimo. Ci andavamo tutti a fare foto. Un giorno il panorama sparì: al suo posto apparve…
I
Un mostro. Si ergeva per decine di metri, un cilindro altero, senza testa. Teo baciava Lisa poggiata contro l’unica, enorme zampa in metallo. 
II
La creatura mise braccia: due, quattro, sei. Una dea a spezzare il rigoglio dell’orizzonte. Lisa l’odiava. Era più bello qui, ripeteva.
III
Giunsero con l’elicottero. Imprigionano gli arti con fili sottili. Un pentagramma arcuato accoglieva gli uccelli come note, ma senza poesia.
IV
Venivano qui a volersi bene, il mostro li guardava, ronzando d’intesa, ma quelli del paese non lo volevano. Brutto, dicevano, e pericoloso.
V
Il mostro mise la faccia. Occhi d’agnello e sorriso di clown. Nessuno lo temeva più. Teo faceva spallucce, Lisa rideva fino alla tosse.
VI
Ricominciarono a scattar foto. Il mostro in posa sfidava il vento. Loro badavano al tramonto e si baciavano come per succhiarsi le ossa. 
VII
È ancora brutto, dicevano. La faccia non basta. Vennero i writer: il corpo si ricoprì di universi variopinti. La vernice quasi stordiva.
VIII
Comprerò la moto, diceva lui, Andremo al mare. Lei sorrideva. Sto imparando a cucinare. Lui non capiva, lei era felice da star male.
IX
Il mostro invecchiò prima del loro amore. La vernice scrostava e attaccava alla camicia, mentre Teo fumava e piangeva. Lisa non c’era.
X
Aveva perso i capelli, Teo non la guardò. Era bellissima, dicevano. 
Al mare non andarono. Sotto l’elettrodotto, ora, lui non torna più.

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Era un concorso. L’incipit era dato, e bisognava scrivere il racconto con 10 SMS. Andrebbe un po’ migliorato, per renderlo più comprensibile, ma ho deciso che lo lascio così. Non era facile metterci dentro un po’ di sociale, un po’ d’amore, più personaggi e un mostro senza colpe, che non è un mostro.

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